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LISA Pathfinder è pronta per partire

Ore di attesa all’ESA: alle ore 5:15 del 3 dicembre sarà lanciato il satellite che andrà a caccia delle “vibrazioni dell’universo”.
A cura di Nadia Vitali
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Rappresentazione artistica di Lisa Pathfinder (Copyright ESA–D. Ducros, 2010)
Rappresentazione artistica di Lisa Pathfinder (Copyright ESA–D. Ducros, 2010)

Tutto pronto alla base di lancio Kourou, in Guyana francese, dove alle 4:15 del 3 dicembre (secondo l'orario di Greenwich) avrà luogo il lancio del razzo vettore VEGA che porterà a bordo il satellite LISA Pathfinder. Missione ESA, che si è avvalsa anche dell'importante contributo dell'Agenzia Spaziale Italiana, e che costituisce il primo passo verso la costituzione di un osservatorio spaziale delle onde gravitazionali, il cui completamento dovrebbe avvenire entro il 2034 con il lancio della missione e-Lisa.

Onde inafferrabili

L'obiettivo è quello di "scovare" le onde gravitazionali, ultima frontiera dell'astrofisica, previste dalla teoria di Einstein: se ci sono, spiega il presidente dell'ASI Roberto Battiston, adesso non potranno più passare inosservate. Sono la traccia della più elusiva forza che permea il nostro Universo: onde "tranquille" che possono trasformarsi in veri e propri tsunami nel momento in cui si verificano eventi dalla potenza catastrofica, come ad esempio la collisione tra due buchi neri.

Il sistema dell'Agenzia Spaziale Europea è pensato proprio per registrare queste "increspature"; LISA Pathfinder sarà il precursore di un complesso osservatorio di onde gravitazionali pianificato come terza grande missione ESA nell'ambito di un programma scientifico dal titolo decisamente ambizioso: Cosmic Vision.

Caratteristiche di LISA

La posizione in cui si andrà a collocare è a circa 1,5 milioni di chilometri di distanza dalla Terra, in orbita attorno al primo punto di Lagrange, ossia in un momento di equilibrio gravitazionale tra noi e il Sole.

Lì la sonda sfrutterà il suo sottosistema chiamato Optical Metrology Subsystem per registrare il passaggio di onde gravitazionali, misurando con un laser lo spostamento di due cubi di oro-platino l'uno rispetto all'altro; la precisione che può raggiungere è pari a due picometri, ossia due miliardesimi di millimetro.

Con questi strumenti, quando si verificherà uno scontro tra corpi celesti di massa enorme, il satellite dovrebbe essere in grado di rilevarlo non soltanto grazie ai due cubi ma anche in base alla deviazione angolare del raggio laser che deve tenerli sotto controllo: e qui l'accuratezza arriva a un centesimo di miliardesimo di grado.

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