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L’inquinamento uccide più del fumo e non possiamo evitarlo: 8,8 milioni di vittime ogni anno

L’inquinamento è causa di 8,8 milioni di morti ogni anno: l’aria contaminata è causa di malattie cardiovascolari, come infarto e ictus, e respiratorie. Lo smog fa dunque più vittime del tabacco, ma se possiamo scegliere di smettere di fumare, non possiamo certo smettere di respirare aria: siamo dunque condannati.
A cura di Zeina Ayache
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8,8 milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento che respiriamo ogni giorno, questo è il dato allarmante pubblicato dai ricercatori che aggiorna quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che era di 7 milioni. Una strage sotto gli occhi di tutti che fa più vittime del tabacco, ma quest’ultimo è evitabile, dall’aria inquinata invece non possiamo difenderci.

Sempre più morti. Utilizzando un metodo che modella gli effetti di varie sorgenti di inquinamento e i tassi di morte, gli esperti hanno scoperto che questo provoca circa 790.000 morti entra ogni anno in Europa. Di queste morti, tra il 40 e l’80% sono provocate da malattie cardiovascolare, come infarti e ictus, che fanno il doppio delle vittime delle malattie respiratorie. “Il numero di decessi per malattie cardiovascolari che possono essere attribuiti all'inquinamento atmosferico è molto più alto del previsto: nella sola Europa, il numero di morti in eccesso è di circa 800.000 all'anno e ciascuna di queste morti rappresenta una riduzione media dell'aspettativa di vita di oltre due anni”, commentano i ricercatori.

Più del tabacco. Il fumo di sigaretta è considerato una piaga per la salute poiché è causa di 7,2 milioni di morti ogni anno, secondo i dati OMS del 2015, ma è comunque meno letale dello smog: il vero problema però non è tanto il numero di vittime, quanto il fatto che se possiamo smettere di fumare sigarette preservando la nostra salute, non possiamo smettere di respirare aria, anche se questa è inquinata.

Inquinamento ovunque. L’inquinamento raggiunge non solo l’aria che respiriamo, ma anche il terreno in cui coltiviamo il cibo che mangiamo e il mare, ed è provocato principalmente da noi con le industrie, il traffico e l’agricoltura. In Germania, per esempio, l’agricoltura contribuisce al 45% di PM2,5 rilasciati nell’atmosfera a causa del letame e dei fertilizzanti utilizzati nei terreni agricoli: l’ammoniaca da essi prodotta viene rilasciata nell’atmosfera dove reagisce con lo zolfo e gli ossidi di azoto che, associati all’acido solforico e nitrico, forma sali come il solfato di ammonio e il nitrato: “Queste sostanze contribuiscono in modo significativo alla formazione e alla composizione delle particelle fini, interagendo ulteriormente con la fuliggine e i composti organici dell’aerosol”.

Perché l’inquinamento fa ammalare. “Il legame tra inquinamento atmosferico e malattie cardiovascolari, così come le malattie respiratorie, è ben consolidato e provoca danni ai vasi sanguigni attraverso un aumento dello stress ossidativo, che porta quindi ad un aumento della pressione sanguigna, diabete, ictus, infarto e insufficienza cardiaca”, fanno sapere gli esperti.

PM2,5 sotto accusa. Gli esperti ritengono che i PM 2,5 sono la principale cauda di malattie respiratorie e cardiovascolari e, in Europa, il limite di 10 μg/m3 consentito secondo le linee guida OMS sono è rispettato, basti pensare che in Europa il limite consentito è di 25 μg/m3.

Conclusioni. È necessario intervenire per ridurre le concentrazioni di inquinamento per permetterci di avere un futuro in salute, altrimenti il numero di morti provocati dall’aria contaminata è destinato a salire ulteriormente.

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