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Ricercatori italiani curano le leucemie dei bimbi con trapianti da genitori non compatibili

Trapianto di midollo da genitori non compatibili: la nuova cura possibile per i bambini con leucemie arriva dall’Ospedale Bambino Gesù.
A cura di Zeina Ayache
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Il trapianto di midollo da genitori non compatibili completamente con i figli adesso è possibile grazie ad una ricerca dell'Ospedale Bambino Gesù. La tecnica, spiegano i ricercatori, permette ai bambini con leucemie e tumori del sangue di guarire con le stesse probabilità che avrebbero da un trapianto da donatore compatibile. Ma come è possibile?

Ancora staminali. I ricercatori italiani spiegano che l'innovativa tecnica di manipolazione delle cellule staminali è già stata applicata a immunodeficienze e malattie genetiche e ora, finalmente, è stata allargata a leucemie pediatriche e tumore del sangue. “È un'occasione di guarigione definitiva per centinaia di bimbi in Italia e nel mondo”, affermano dal Bambino Gesù grazie al quale adesso i più piccoli avranno maggiori probabilità di guarire.

Risultati eccezionali. Gli esperti, che hanno pubblicato la loro scoperta sulla rivista scientifica internazionale Blood, fanno sapere che la sperimentazione è ‘potenzialmente applicabile a centinaia di bambini in Italia e nel mondo' questo ci dà un'idea del suo potenziale su scala mondiale. Come spiega Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Medicina Trasfusionale al Bambino Gesù, “il metodo era già stato applicato e pubblicato per quanto riguarda le immunodeficienze e malattie genetiche (talassemie, anemie). Il nuovo studio allarga le patologie trattabili a leucemie e tumori del sangue”.

Ma come funziona? In pratica, quando manca un donatore completamente compatibile, questa nuova tecnica riesce a rendere possibile il “trapianto di midollo da uno dei 2 genitori con percentuali di guarigione sovrapponibili a quelle ottenute utilizzando un donatore perfettamente idoneo”.

Test effettuati. Al momento la procedura di trattamento cellulare è stata applicata a 80 pazienti con leucemie acute resistenti o con ricadute e la probabilità di cura definitiva per questi bimbi è risultata superiore al 70%.

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