Lesula, la nuova scimmia del Congo
Il suo nome scientifico è Cercopithecus lomamiensis ma è già assai più famosa con il più semplice appellativo di lesula. Lo sguardo mansueto e docile, a parer di molti assai vicino nell’espressione a quello dei suoi quasi-cugini umani, corrisponde ad un carattere tranquillo ma molto riservato ed elusivo: al punto che, affinché la sua fama giungesse fino a noi e al mondo scientifico, sono stati necessari ben cinque anni di ricerca che hanno portato John Hart e il suo gruppo di studiosi nel cuore del Congo. In un’area centrale della Repubblica Democratica africana ancora selvaggia e sconosciuta per diversi aspetti, su una superficie di foresta pluviale di circa diciassettemila chilometri quadrati tra il bacino centrale del fiume Lomami e il corso superiore dello Tshuapa, gli scienziati hanno potuto osservare ben 48 esemplari di lesula, durante 19 spedizioni, prendendo nota delle loro caratteristiche morfologiche, comportamentali e sociali e pubblicando i risultati del proprio lavoro sulla rivista PLOS ONE.
La lesula ha una corporatura agile ed allungata, per un’altezza media di circa cinquanta centimetri ed una conformazione facciale assai singolare che molto rassomiglia a quella del Cercopithecus hamlyni, meglio nota come scimmia gufo. Proprio sul confronto con quest’altro primate, che presenta comunque evidenti aspetti differenti come la diversa colorazione del pelo, si è basata una parte delle ricerche che hanno condotto fino all’identificazione scientifica della lesula come “nuova scimmia” africana: analisi sul DNA hanno dimostrato come i due animali siano inequivocabilmente appartenenti a due specie distinte.
La "scimmia dal volto umano", secondo scimmia scoperta in Africa negli ultimi ventotto anni, vive nella foresta pluviale generalmente in piccoli gruppi, si nutre di frutti, foglie e germogli che preferisce prendere dai rami più bassi che riesce a trovare a sua disposizione. Soprattutto conduce un'esistenza ritirata tra la fitta vegetazione del Congo Centrale, in una zona praticamente sconosciuta dove, con ottime probabilità, la natura ha ancora molte sorprese da svelare: purché si riesca a salvaguardare adeguatamente la regione che, sebbene non sottoposta a pressioni edilizie, minerarie o estrattive, è pur sempre vittima dei cacciatori locali che conoscono molto bene questa scimmia.
Era infatti il 2007 quando John Hart, della Lukuru Wildlife Research Foundation, si imbatté casualmente in un esemplare di Cercopithecus lomamiensis nella città di Opala, dove il direttore di una scuola elementare ne teneva in cattività un giovane esemplare di femmina: sua madre era stata uccisa pochi mesi prima nella foresta. Fu il direttore il primo ad identificarla come lesula: questo nome, mai sentito prima da Hart, è proprio quello con cui gli autoctoni si riferiscono alla scimmia che, sfortunatamente, è assai nota a causa della sua carne; da oggi è lo stesso nome con cui, questo nuovo animale da proteggere, sarà conosciuto da tutti.