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Le statine per il colesterolo dimezzano il rischio di morte per Covid

Lo evidenziano i risultati di uno studio condotto dai ricercatori della Columbia University Irving Medical Center di New York che hanno osservato una riduzione di circa il 50% nella mortalità ospedaliera nei pazienti che assumevano statine prima del ricovero in ospedale.
A cura di Valeria Aiello
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Le persone che assumono statine per ridurre i livelli di colesterolo “cattivo” (colesterolo LDL) hanno circa il 50% di probabilità in meno di morire per Covid-19. Lo evidenziano i risultati di un nuovo studio condotto dai medici della Columbia University Irving Medical Center di New York su pazienti Covid che hanno richiesto il ricovero in ospedale nelle prime 18 settimane della pandemia. L’indagine, la più ampia finora realizzata sull’uso delle statine, conferma quanto osservato in altri studi clinici che hanno indicato un’associazione tra l’assunzione del farmaco e una riduzione del rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19, nonché una correlazione con tassi di mortalità inferiori.

Le statine dimezzano il rischio di morte per Covid

L’analisi ha preso in esame i risultati clinici, inclusa la mortalità intraospedaliera, di 2.626 pazienti Covid ricoverati dal 1° febbraio al 12 maggio 2020 presso un centro medico accademico di Manhattan e ha confrontato gli esiti di 648 pazienti che usavano regolarmente statine prima del ricovero con quelli di 648 pazienti che non assumevano statine.

I dati, elaborati in modo che tra i pazienti di ciascun gruppo non vi fossero differenze significative in termini di età, patologie preesistenti o nell’uso di altri farmaci, hanno indicato che l’uso di statine è associato a una riduzione di quasi il 50% della mortalità entro 30 giorni da ricovero in ospedale. Nel dettaglio, tra coloro che assumevano statine, il 14,8% (96 pazienti) è deceduto per Covid rispetto al 26,5% (172 pazienti) che non utilizzavano. I pazienti che assumevano statine, inoltre, tendevano ad avere livelli più bassi di proteina C-reattiva, un marker di infiammazione.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Nature Communications, hanno anche indicato che l’uso di statine non è associato a una diminuzione nella necessità di ventilazione meccanica invasiva o della durata della degenza ospedaliera. “I nostri dati aprono la strada a futuri studi clinici randomizzati, necessari per confermare gli effetti delle statine nei pazienti con Covid-19” ha affermato Aakriti Gupta, cardiologa presso il New York-Presbyterian / Columbia University Irving Medical Center e coautrice principale dello studio.

Se il loro effetto benefico sarà confermato in studi clinici randomizzati – ha aggiunto Mahesh Madhavan, anche lui cardiologo presso il New York-Presbyterian / Columbia University Irving Medical Center e co-autore principale della ricerca – le statine potrebbero potenzialmente rivelarsi una strategia terapeutica efficace e a basto costo per Covid-19”.

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