Le sigarette minacciano le piante (fondamentali per la vita): i mozziconi ne ostacolano la crescita
I miliardi di mozziconi di sigarette che buttiamo a terra ogni giorno, oltre ad essere inquinanti, limitano la crescita delle piante, e le piante sono fondamentali per la nostra sopravvivenza su questo Pianeta: insomma, quel gesto automatico (maleducato) che compiamo ogni giorno, quando buttiamo a terra i mozziconi di sigarette, è pericoloso per la nostra vita. Vediamo insieme come i mozziconi di sigarette rallentino la crescita delle piante.
Mozziconi e piante, nemici indiscussi. Gli scienziati hanno scoperto che la presenza di mozziconi nel suolo riduce le probabilità della germinazione delle piante, della crescita del germoglio e dello sviluppo della radica del trifoglio rispettivamente del 27, del 28% e del 57%. Per quanto riguarda l’erba, in generale, la riduzione della germinazione è pari al 10% e dato che sale al 13% per la crescita del germoglio. Ma com’è possibile?
Come i mozziconi minacciano le piante. I mozziconi delle sigarette, che troppo spesso consideriamo ‘innocui’ per l’ambiente, sono fatti di un fibra di acetato di cellulosa che è una specie di bioplastica che rilascia tossine che influenzano la crescita delle piante. I test degli scienziati sono stati effettuati su due specie di piante, il Lolium e il trifoglio bianco, entrambi importanti per il foraggiamento del bestiame e comunemente presenti anche in contesti urbani.
A quanto ammonta il danno dei mozziconi? Per capire quanto siano dannosi i mozziconi di sigarette ci basta pensare che, attualmente, ogni anno ne lasciamo a terra 4,5 bilioni e questo li rende la forma di plastica più inquinante del Pianeta. I mozziconi impiegano decine e decine di anni a degradarsi e questo significa che, insieme alle tossine che rilasciano, restano nel suolo per molto, troppo tempo.
Lo studio, intitolato “Cigarette butts have adverse effects on initial growth of perennial ryegrass (gramineae: Lolium perenne L.) and white clover (leguminosae: Trifolium repens L.)”, è stato pubblicato su Ecotoxicology and Environmental Safety.