Le luci che l’uomo non può vedere e che terrorizzano le renne (VIDEO)
Gli animali riescono a vedere ciò che l'uomo non può, e viceversa. Non si tratta di un potere sovrannaturale, ma di genetica che attribuisce ad ogni specie animale capacità specifiche per percepire e rapportarsi alla realtà. Un recente studio sembra aver confermato che 35 specie animali, tra cui cani e gatti, riescono a vedere luci invisibili all'uomo. Alla luce di questa consapevolezza alcuni comportamenti animali potrebbero essere dd sotto una nuova lente. E' il caso delle renne che in Lapponia evitano alcuni percorsi fino a rinunciare alle migrazioni stagionali con gravi conseguenze sui pascoli e sulla varietà genetica della specie. I ricercatori delle londinesi University College London (UCL) e dell'ospedale Moorfields Eye, e delle norvegesi Arctic University e University of Oslo hanno ipotizzato che dietro al comportamento di questi animali vi sia la paura per alcune luci create dall'uomo (e a lui invisibili).
E' noto infatti che renne e uccelli si tengono a distanza dai fili dell'alta tensione ed è possibile che tale eccesso di prudenza sia dovuto alla visione di una luce che circonderebbe i cavi stessi. Si sa infatti che l'alta tensione causa un addensamento di gas ionizzati intorno ai fili, che nelle lunghe notti nordiche potrebbero assumere un colore azzurro-blu molto simile a quello che creano i fulmini nel cielo. Un problema che i fornitori del servizio sono continuamente impegnati a combattere, dato che comporta una riduzione dell'energia trasportata e, dunque, un costo importante per le aziende.
Quando la neve copre le terre nord, gli animali potrebbero vedere riflesse le luci dei cavi elettrici anche sul suolo, cogliendone un elemento di ulteriore pericolo. L'ipotesi avanzata dai ricercatori pone una volta di più l'accento su quello che era un problema già sentito dalle comunità lapponi che vivono sull'allevamento degli animali. Non è nuova la richiesta di far passare i cavi elettrici a debita distanza dai pascoli di renne selvatiche e, soprattutto, semi-addomesticate delle popolazioni autoctone. Se l'ipotesi dei ricercatori inglesi e scandinavi dovesse acquistare maggiore valore scientifico, le amministrazioni locali potrebbero trovarsi costrette ad accogliere l'istanza dei lapponi.