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Le lacrime di San Lorenzo infiammano i cieli d’Italia: come e quando vedere le stelle cadenti

Nella notte tra l’11 e il 12 agosto sarà raggiunto il picco massimo delle Perseidi o “lacrime di San Lorenzo”, lo sciame meteorico più conosciuto e apprezzato dell’intero anno. Le stelle cadenti sono generate dai detriti e dalle polveri rilasciate dalla cometa 109P/Swift-Tuttle, che torna a salutare la Terra ogni 135 anni circa.
A cura di Andrea Centini
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Meteore. Credit: NASA/JPL
Meteore. Credit: NASA/JPL

Come ogni anno, attorno alla metà di agosto il picco massimo delle Perseidi – le cosiddette “Lacrime di San Lorenzo” – è pronto a donarci il tradizionale e affascinante spettacolo astronomico delle stelle cadenti. Nel 2020 le condizioni osservative delle fiammate saranno decisamente buone, benché non ideali, a causa della presenza della Luna che potrebbe in parte disturbare il fenomeno. Fortunatamente il numero atteso di meteore e la posizione del satellite della Terra garantiranno a tutti la possibilità di esprimere qualche decina di desideri, meteo permettendo. Ecco tutto quello che c'è da sapere per godere dell'imperdibile pioggia di scie luminose.

La notte di San Lorenzo

In epoca antica il picco massimo delle Perseidi era osservabile il 10 agosto, data in cui si verificò il martirio del diacono di Roma, finito sulla graticola a soli 33 anni. Per questa ragione la notte delle stelle cadenti viene tradizionalmente chiamata “Notte di San Lorenzo”, mentre le scie che solcano la volta celeste prendono il nome di “lacrime”. Col passare dei secoli, tuttavia, a causa dei moti celesti il picco massimo – cioè il momento in cui si verifica il maggior numero di meteore – si è spostato in avanti, e ora come sottolineato dall'astrofisico del Virtual Telescope Project Gianluca Masi cade tra l'11 e il 13 agosto. Per quanto concerne il 2020, si ritiene che il momento più esaltante per l'osservazione si verificherà nella notte tra l'11 e il 12 agosto, e più precisamente attorno all'una di mercoledì 12, fino a poco prima del crepuscolo mattutino.

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L'origine delle Lacrime di San Lorenzo

Le meteore sono generate da particelle, polveri e minuscoli detriti rilasciati dal passaggio di oggetti celesti come comete (principalmente) e asteroidi. Quando entrano in contatto con l'atmosfera terrestre, l'attrito le "accende" e disintegra, dando vita all'affascinante spettacolo luminoso. Nel caso delle Perseidi, la fonte è la cometa 109P/Swift-Tuttle, scoperta nel luglio del 1862 dagli astronomi Lewis Swift e Horace Parnell Tuttle a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. Si tratta di un corpo celeste ghiacciato con un diametro di una decina di chilometri, che torna a salutarci ogni 135 anni circa. L'ultimo passaggio si è verificato nel 1992. Quando la cometa si riavvicina alla Terra rimpingua i depositi di detriti dai quali scaturiscono le meteore, ma essi sono sufficientemente longevi per permettere l'osservazione delle scie luminose anche quando l'oggetto celeste è molto distante dal nostro pianeta. Del resto lo ZHR o Tasso Orario Zenitale delle Perseidi, ovvero il numero massimo di scie luminose osservabili nell'arco di un'ora, può essere anche di 100-120 fiammate. Ciò rende le Perseidi lo spettacolo astronomico ricorrente più noto e amato dal grande pubblico, anche perché cade nel cuore delle vacanze estive, che agevolano indubbiamente l'osservazione.

Come vedere il picco massimo delle Perseidi

Come indicato, il picco massimo è atteso nella notte tra l'11 e il 12 agosto. Il punto da cui sembrano originare originare le scie luminose (radiante) è incastonato nei pressi della costellazione di Perseo, ed è per questa ragione che le lacrime di San Lorenzo sono scientificamente note come Perseidi. Attorno all'una di notte del 12 agosto radiante si troverà esattamente a Nord Est, abbracciato dalle costellazioni di Perseo e della Giraffa, al di sopra della stella Capella, la più luminosa della costellazione dell'Auriga. Per ammirarle non serviranno strumenti specifici, dato che il metodo migliore per gustarsele è proprio ad occhio nudo. Va tenuto presente che le scie luminose possono coprire una grossa fetta della volta celeste, anche ben distanti dal radiante. È fondamentale scegliere un luogo buio, privo di inquinamento luminoso, per poter osservare il numero massimo di meteore. Come accennato in precedenza, la Luna potrebbe disturbare un poco il fenomeno, dato che si troverà ad Est durante il picco massimo. Fortunatamente, come indicato da Masi, il satellite della Terra l'11 agosto si troverà nella fase di ultimo quarto, pertanto la sua luminosità (riflessa dal Sole) non sarà troppo invadente. Per chi non potesse ammirare le stelle cadenti a occhio nudo, proprio il VTS guidato dall'astrofisico italiano trasmetterà una diretta streaming sul proprio sito a partire dalle 24 di martedì 11.

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