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Le bufale dei no-vax smontate da un biologo

Dalla formaldeide al rischio che i vaccini Covid riscrivano il codice genetico di chi li riceve, passando per l’uso di tessuti fetali, l’autismo e altri falsi miti “riconfezionati” per alimentare la narrazione sui presunti effetti collaterali dei nuovi prodotti contro il coronavirus.
A cura di Valeria Aiello
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Con l’avvio della campagna di vaccinazione anti-Covid nel Regno Unito e la prossima partenza negli Stati Uniti e in Europa, sui social proliferano i post su presunti effetti collaterali dei nuovi vaccini, spesso ispirati a vecchi miti legati al loro uso. Un flusso incontrollato di bufale che il team di Technology Networks ha deciso di affrontare, o meglio, di smantellare, con l’aiuto di un esperto, il dottor Eric Yager, professore associato di Microbiologia del Center for Biopharmaceutical Education & Training dell’Albany College of Pharmacy and Health Sciences, autore di oltre 25 pubblicazioni su riviste peer-reviewed con più di 15 anni di esperienza nei settori della virologia, immunologia, terapie a base di anticorpi, antivirali e vaccini.

Le bufale dei no-vax sui vaccini Covid

La prima bufala ad essere smontata è quella secondo cui i vaccini Covid contengano sostanze non sicure. In passato, la teoria si basava sul fatto che i vaccini contenessero mercurio ma quest’anno l’attenzione è stata spostata sulla formaldeide, una sostanza che può essere pericolosa ad alte concentrazioni ma che, in realtà, nel ciclo di produzione dei vaccini viene utilizzata in quantità che non sono neanche lontanamente vicine a quelle necessarie per essere pericolosa. Formaldeide a parte, ogni vaccino che supera i test clinici viene testato e ritestato per la sicurezza, per assicurarsi che tutto ciò che contiene sia sicuro. “La maggior parte di questi composti – spiega Yager – sono in quantità così incredibilmente piccole o sono stati rimossi durante la produzione, da non danneggiarci”.

Il secondo mito gira attorno all’uso di tessuti fetali, una narrazione spesso rilanciata dai movimenti no-vax che riportano la questione su un piano etico-morale, figurando un dibattito aperto che dividerebbe la comunità scientifica sull’utilizzo di feti umani abortiti per la produzione di vaccini. Qualcosa che in realtà non succede. I test e lo sviluppo dei vaccini posso richiedere l’uso di linee cellulari, come nel caso del vaccino Covid di Oxford-AstraZeneca, ma queste linee cellulari sono state derivate da feti di quasi quarant’anni fa, le cui cellule vengono moltiplicate e distribuite nei laboratori. “Se poi si pensa che si tratti di un peccato, questa è una conversazione che andrebbe tenuta con il Papa e lo stesso Vaticano”, dal momento che anche loro sono dell’opinione che il dovere di ognuno di noi di proteggere chi corre un più alto rischio di malattie gravi superi le questioni religiose sull’uso di tessuti fetali. “I cattolici – dice in una dichiarazione il vescovo Richard Moth parlando a nome della Pontificia Accademia per la Vita – possono in buona coscienza e per un grave motivo ricevere questi vaccini. Nella pandemia Covid-19, riteniamo che questa grave ragione esista”.

Terza bufala è quella secondo cui i vaccini a Rna messaggero (mRNA) possano in qualche modo riscrivere il codice genetico di chi li riceve. Il vaccino Covid di Pfizer-BioNTech così come quello di Moderna contengono entrambi mRNA, cioè un frammento del codice genetico del virus. Le nostre cellule utilizzano normalmente l’mRNA come stampo per produrre proteine e, allo stesso modo, l’mRNA contenuto nei vaccini viene utilizzato come stampo per produrre proteine virali innocue, che non causano dunque alcuna l’infezione ma che servono a indurre la risposta immunitaria. “Questo tipo di vaccino – ha aggiunto Yager – non può essere incorporato nel nostro genoma. È un processo unidirezionale. Nel nostro corpo abbiamo il DNA, il nostro genoma che crea l’mRna come modello per le proteine, e le proteine vengono quindi prodotte. Al contrario, il nostro corpo non contiene il meccanismo per passare dall’RNA al DNA”.

Un altro falso mito particolarmente diffuso è quello per cui qualsiasi immunità che possa essere ottenuta contraendo alla malattia sarebbe preferibile e, in qualche modo, superiore all’immunità conferita dal vaccino. Anche in questo caso, si tratta di una fake news “riconfezionata” sulla base di quanto in passato si diceva contro i vaccini per la varicella, il morbillo e l’influenza. “Queste malattie possono portare a conseguenze serie, durature e spesso fatali, quindi pensare di ottenere l’immunità ammalandosi non è una strategia promettente per la tua salute futura. D’altra parte, consentire al virus di diffondersi tra la popolazione è solo un modo certo per causare la morte di molti cittadini, comportando che molte altre persone avranno bisogno di cure a lungo termine per gestire le conseguenze della malattia”.

Yager ha anche affrontato il vecchio mito per cui le vaccinazioni causano l’autismo, una storia messa in piedi dall’ex medico caduto in disgrazia Andrew Wakefield per screditare il vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia e arricchirsi sviluppando il proprio vaccino sostitutivo insieme ad altri prodotti sanitari. “L’idea che i vaccini causino l’autismo non è solo falsa, è anche un insulto alle persone autistiche e neurodivergenti poiché stigmatizza ulteriormente questa comunità” ha concluso Yager.

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