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Le arvicole della prateria si consolano quando hanno paura

I ricercatori hanno scoperto che l’ossitocina, l’ormone dell’amore, spinge le arvicole della prateria a provare empatia e consolare chi si sente stressato o preoccupato.
A cura di Zeina Ayache
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La sperimentazione animale potrebbe essere la chiave giusta per riflette sul vero dramma della sperimentazione stesse. In decine di anni di studi effettuati sugli animali, i ricercatori hanno potuto con il tempo scoprire e dimostrare il grande lato emotivo degli animali. Tra le varie emozioni conosciute, l'empatia, cioè la capacità di provare le emozioni vissute da un'altra persona, è forse quella che più viene considerata un privilegio degli esseri umani. Recenti studi però hanno dimostrato che, oltre ai primati, anche i cani sono in grado di provare queste esperienze sociale. Ma non solo. Una ricerca realizzata dal Yerkes National Primate Research Center ha permesso di dimostrare il lato sociale delle cavie dei laboratori, le arvicole della prateria.

Secondo gli scienziati, questi roditori consolano i compagni di cella più stressati mettendo in atto comportamenti ritenuti unici degli umani. Le arvicole, che si preoccupano di più dei loro familiari, per calmarsi si “morsicchiano” il pelo, una pratica che in inglese si chiama “grooming”.

I dati raccolti dai ricercatori mostrano infatti che a spingere i roditori verso l'empatia sarebbe l'ossitocina, detta l'ormone dell'amore, che abbonda anche nell'essere umano durante la maternità. Per giungere a questa conclusione, gli studiosi hanno analizzato l'attivazione cerebrale dei roditori e hanno notato che la parte di cervello coinvolta era la corteccia cingolata anteriore, proprio come per noi. Bloccando l'attivazione stessa di quest'area, le arvicole smettevano di consolare i compagni stressati.

Rendersi conto che anche i roditori provano emozioni e si consolano tra loro quando hanno paura, sono stressati o in difficoltà, se per ora non aiuta ad arrestare la sperimentazione scientifica, ha però un risvolto utile per coloro che soffrono, ad esempio, di autismo o schizofrenia. La correlazione tra l'ossitocina e l'attivazione cerebrale e l'empatia potrebbe aprire nuove opportunità di ricerca per questi disturbi in cui ad essere interrotta è proprio la capacità di comprendere e mostrare emozioni.

[Foto copertina di Emory University]

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