Le abbiamo sterminate, ora restano soltanto 30 esemplari liberi di ‘vaquita’: ecco chi è
La vaquita (Phocoena sinus), un piccolo cetaceo endemico del Golfo della California, è sempre più vicino all'estinzione. Un comunicato dell'International Committee for the Recovery of the Vaquita (CIRVA), che fa capo al più noto IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), denuncia infatti che ne sono rimasti soltanto trenta esemplari in natura, un numero talmente esiguo che lascia pochissime speranze per il recupero della specie, anche se ancora possibile.
Il destino crudele per la piccola focena, un tipo di cetaceo odontocete (con denti) simile ai delfini ma di dimensioni ridotte e con alcune caratteristiche distintive, è indissolubilmente legato all'ingordigia umana; essa è infatti l'unica responsabile dello sterminio di questi eleganti mammiferi marini, che raggiungono il metro e mezzo di lunghezza per 50 chilogrammi di peso. Se ne contavano a migliaia nel 1950; ne sono rimasti soltanto un centinaio nel 2015, sessanta nel 2016 e ora trenta, in un rapida, inesorabile discesa verso l'estinzione.
La vaquita, un termine che in spagnolo significa piccola vacca, non è mai stato un obiettivo di interesse commerciale per i pescatori, ma lo sono le sue prede e altre specie di pesci che vivono nel medesimo habitat, in particolar modo il totoaba, ricercatissimo per la carne ma soprattutto per la vescica natatoria, che nei paesi asiatici si vende a migliaia di dollari al pezzo. Una cifra troppo ghiotta per non piazzare reti assassine e illegali, che nel corso degli anni hanno fatto annegare al ritmo di un centinaio all'anno la maggior parte degli esemplari di vaquita. “Cercare di fermare i pescatori di frodo è come controllare il traffico sotto l'Empire State Bulding mentre qualcuno lancia soldi di sotto”, sottolineava uno dei responsabili della missione di recupero.
Nel 2015 il Messico è intervenuto proibendo qualunque tipo di attività di pesca in un'area di 13 mila chilometri quadrati, ha risarcito con decine di milioni di euro pescatori e industrie per coprire i danni, ma nell'aprile del 2015 è prevista la scadenza del bando, e se non verrà rinnovato, come ha indicato il WWF rilanciando il comunicato di CIRVA, il 2018 potrebbe collimare con l'estinzione della specie. Dopo il lipote, il delfino di fiume cinese dichiarato estinto una decina di anni addietro, la vaquita potrebbe essere la seconda specie di cetaceo strappata alla biodiversità per mano diretta dell'uomo.
[Foto di NOAA]