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L’analisi delle cartelle cliniche rivela chi è esposto a più alto rischio di ricovero per Covid

A fare luce sulle condizioni legate alla progressione dell’infezione da coronavirus è un team di ricercatori statunitense che indica nella malattia renale cronica il principale fattore di rischio legato alla necessità di ospedalizzazione.
A cura di Valeria Aiello
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Fin dai primi mesi della pandemia di Covid-19, diversi studi hanno messo in evidenza che alcune patologie preesistenti aumentano la probabilità di prognosi peggiori ed esiti infausti legati alla malattia da coronavirus Sars-Cov-2. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, ha però fatto luce sul principale fattore di rischio legato al ricovero in ospedale per Covid-19.

Chi è esposto a più alto rischio di ricovero per Covid

Nel dettaglio, l’analisi condotta da un team di ricercatori del Geisinger Health System, un’organizzazione che si occupa di assistenza sanitaria in Pennsylvania e nel New Jersey con un bacino di oltre 3 milioni di pazienti in 45 contee degli Stati Uniti, ha preso in esame le cartelle cliniche di oltre 12.971 persone che hanno richiesto un test diagnostico per Covid-19 nel periodo compreso tra il 7 marzo e il 19 maggio 2020. Di queste, 1.604 persone sono risultate positive al coronavirus e per 354 si è reso necessario il ricovero in ospedale. Il gruppo di studio ha quindi esaminato tutte le informazioni relative al loro stato di salute per arrivare a stabilire un nesso tra specifiche patologie, comprese le malattie renali, cardiovascolari e metaboliche, e la probabilità di ospedalizzazione.

Studi precedenti hanno identificato una serie di condizioni di salute associate a un aumentato rischio di ospedalizzazione correlata a Covid, tra cui diabete, insufficienza cardiaca, ipertensione e malattia renale – ha osservato Alexander Chang, specialista del Geisinfer Health System che ha collaborato alla ricerca – . Quello che abbiamo riscontrato è l’entità del rischio legato a specifiche patologie, in particolare alla malattia renale cronica”.

I risultati dello studio hanno infatti indicato che, nel complesso, la malattia renale cronica (CKD), ovvero a tutte le condizioni patologiche che interessano il rene e che possono portare alla perdita progressiva e completa della funzione renale o a condizioni legate a una ridotta funzionalità, è fortemente associata a maggiori tassi di ricovero in ospedale. Nello specifico, i pazienti Covid-19 con malattia renale allo stadio terminale (ESRD) sono esposti a un rischio 11 volte maggiore di ospedalizzazione rispetto a chi non soffre di tale condizione, un dato per cui i ricercatori evidenziano “la necessità di prevenire l’infezione da coronavirus nei pazienti con CKD e condizioni ad alto rischio come la ESRD”.

Quanto al motivo per cui la presenza di tali patologie aumenti la probabilità di complicanze correlate a Covid-19, lo studio suggerisce che lo stress fisiologico causato da un’eccessiva risposta infiammatoria all’infezione virale possa destabilizzare organi già indeboliti dalla malattia renale, oppure che il danno d’organo causato dal virus agisca come un “secondo colpo” per questi stessi organi. “Coerentemente con questa ipotesi – scrivono i ricercatori – i tessuti del rene, così come quelli del cuore, sono tra quelli con la più alta espressione di Ace2, il recettore cellulare utilizzato dal coronavirus Sars-Cov-2 per penetrare al loro interno ed infettarle”.

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