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L’allergia ai pollini colpisce di più gli ansiosi, legami anche con la depressione: perché

Gli scienziati hanno scoperto che l’allergia al polline colpisce di più le persone che soffrono di ansia, mentre chi soffre di depressione ha più probabilità di sviluppare allergie perenni. Vediamo insieme come gli esperti siano giunti a questa conclusione e quali potrebbero essere le cause. L’aspetto interessante è che questi discorsi non valgono per allergie a farmaci e alimenti.
A cura di Zeina Ayache
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Le allergie stagionali, come ad esempio quelle ai pollini, colpiscono di più le persone che soffrono di disturbi legati all’ansia, mentre chi soffre di depressione, più probabilmente, ha sviluppato allergie perenni provocate dagli allergeni, come il pelo degli animali. Questa è la conclusione a cui sono arrivati i ricercatori della Technical University of Munich che ci spiegano altre interessanti informazioni che sono venute fuori dal loro studio e perché ci sia questo legame.

Allergie, ansia e depressione, lo studio. Per giungere alle loro conclusioni, gli scienziati hanno coinvolto 1.700 persone e li hanno sottoposti ad alcuni test, sia per comprendere se e di quali allergie soffrissero (stagionali come pollini o erba, perenni come pelo di animali, farmaci e alimenti), sia per identificare il loro profilo in relazione ad ansia e depressione.

Allergie, ansia e depressione, i risultati. I dati raccolti hanno dimostrato che le persone che soffrono d’ansia hanno più probabilmente sviluppano allergie ai pollini, ma non allergie perenni. La causa potrebbe essere legata al fatto che i soggetti che soffrono di allergie perenni sviluppano diverse strategie per affrontare lo stress e queste li proteggono dall’ansia. E non è tutto. Gli scienziati hanno scoperto anche che c’è una correlazione tra allergie perenni e stati depressivi, o episodi depressivi, in questo caso però non è chiaro cosa scateni questa tipologia di allergia. L’aspetto interessante di questo studio è che né le allergie ai farmaci né quelle agli alimenti sono legate a fattori psicologici.

Conclusioni. Lo studio in sé ha qualche limite poiché si basa su risposte a questionari e non su test del sangue, che comunque gli scienziati stanno facendo per comprendere l’effettiva allergia dei partecipanti, ma comunque dimostra che c’è una relazione tra la nostra mente, la psicologia, e lo sviluppo di manifestazioni allergiche sul corpo, come asma o prurito.

Lo studio, intitolato “Different Psychosocial Factors Are Associated with Seasonal and Perennial Allergies in Adults: Cross-Sectional Results of the KORA FF4 Study”, è stato pubblicato su  International Archives of Allergy and Immunology.

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