La zanzara grande non punge l’uomo: ecco perché
Soprattutto durante i mesi estivi vi sarà capitato di venire a contatto con la zanzara gigante, un particolare tipo di insetto, dell'ordine dei Ditteri, che ricordano solo apparentemente le zanzare, ma, a differenza di queste ultime, sono incapaci di pungere l'uomo. Per cui, non spaventatevi troppo: se le vedete a distanza ravvicinata, non cercate di scappare, perché sono assolutamente innocue. Non sono neanche lontanamente imparentate con le temibili zanzare maschi e femmine. Ecco, allora, tutte le caratteristiche delle zanzare grandi che forse ancora non conoscete.
Tipule e zanzare: le differenze
Il nome scientifico delle zanzare grandi è "Tipule" o "Tipulidi". Vengono volgarmente chiamate "zanzaroni" soltanto perché ricordano la forma delle più comuni zanzare, ma con dimensioni maggiori, fino a 2 o 3 volte più grandi. Le due specie di insetti sono diverse per una serie di caratteristiche morfologiche, per cui molti esperti tendono a considerare l'associazione tra le due del tutto inappropriata. In particolare, le tipule, a differenza delle zanzare, non pungono l'uomo, ne sono completamente incapaci, mentre più pericolose possono essere per le coltivazioni. Non bisogna, pertanto confonderla, con la Psorophora ciliata, che è una vera e propria zanzara aggressiva e grande fino a 20 volte una zanzara tigre contro la quale i normali repellenti e insetticidi non hanno effetto, ma che per fortuna è comunque poco diffusa.
In Europa sono presenti almeno 540 specie di tipule, in Italia, invece, ne sono segnalate 160. Di particolare interesse è il numero degli endemismi. Fra le specie di maggior interesse agrario nel nostro Paese ci sono le seguenti:
- Tipula oleracea: detta anche "zanzarone degli orti", è ampiamente diffusa in tutto il Vecchio Continente, con una maggiore frequenza nel Sud. In Italia è uno dei tipulidi più comuni e più dannosi in tutto il territorio nazionale;
- Tipula paludosa (o "tipula dei prati"): in Italia è frequente nelle regioni settentrionali;
- Tipula italica: è presente nel Nord della Penisola e in Sicilia, con la sottospecie italica, e solo in Sardegna, con la sottospecie errans;
- Nephrotoma appendiculata: ve ne sono due sottospecie, cioè l'appendiculata, presente in Sardegna, la pertenua nel resto del territorio nazionale. Indirizza i suoi attacchi soprattutto sui sui prati di leguminose.
Caratteristiche delle zanzare grandi
La caratteristica più peculiare delle zanzare grandi è il loro coloro giallo e nero, che raggiungono in età adulta. Hanno un corpo esile, stretto e allungato, provvisto di zampe sottili ma di eccezionale lunghezza e di ali grandi, strette e lunghe, generalmente trasparenti o marcate da pigmentazioni zonali. Anche gli occhi sono grandi, di forma globosa, distanziati e posizionati ai lati del cranio, e le antenne sono allungate.
Dove vivono le tipule e perché sono pericolose
Nelle regioni temperate, i Tipulidi svolgono in genere un ciclo con una o due generazioni l'anno e con svernamento allo stadio di larva. Si nutrono prevalentemente di materiale organico di origine vegetale, fra cui anche il legno. È facile trovarle soprattutto nei pressi di corsi d'acqua e di stagni, o comunque, soprattutto per quanto riguarda gli adulti, generalmente in ambienti umidi e freschi, ma non mancano le specie che possono ritrovarsi anche in luoghi più o meno asciutti. La loro vita è relativamente breve e concentrata sulla riproduzione. Non pungono l'uomo, quindi non rappresentano un pericolo diretto per la specie umana, ma sono molto temute dai coltivatori, a causa dei loro frequenti attacchi alle piante erbacee coltivate su terreni umidi, tra cui ad esempio anche l'erosione delle foglie o di radici e tuberi come la patata. Ma, da tenere sotto controllo è in particolare l'aggressione ai frutti, che porta ad una perdita quantitativa soprattutto quando la coltura attaccata è la fragola.
Come prevenire l'attacco delle zanzare grandi
Per controllare che le tipule non arrechino troppi danni alle coltivazioni, il metodo migliore di contrasto è è la prevenzione delle condizioni che possono portare ad una proliferazione delle larve nel terreno. Tra questi, si pensi alla moderazione nell'irrigazione, a un drenaggio efficiente e a un controllo efficace delle erbe infestanti. Le lavorazioni del terreno possono ridurre la popolazione di larve. Ad esempio, l'aratura può provare la morte di queste ultime, interrandole, oppure la sarchiatura può portarle in superficie quelle superficiali esponendole all'attività degli uccelli predatori oppure degli animali da cortile come il pollame. Meno sicuro è invece il controllo chimico, che non è garantito che porti buoni risultati.