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Covid 19

La terza dose funziona: abbatte il rischio di infezione di 11 volte e di Covid grave di 20 volte

Un team di ricerca israeliano ha pubblicato sull’autorevole rivista scientifica The New England Journal of Medicine i risultati sull’efficacia della terza dose di di vaccino anti Covid, nello specifico il Comirnaty di Pfizer-BioNTech. Ad almeno 12 giorni dalla somministrazione abbatte di 11 volte il rischio di infezione e di 19,5 volte quello di malattia grave rispetto a chi ha ricevuto le sole due dosi standard (da almeno 5 mesi).
A cura di Andrea Centini
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Lo scorso 31 agosto sul database online MedrXiv furono pubblicati i risultati di una ricerca israeliana che evidenziava l'enorme efficacia della terza dose, in grado di abbattere di ben 11 volte il rischio di infezione e di oltre 10 volte quello di malattia grave rispetto a chi aveva completato il ciclo vaccinale standard (con due dosi). La coorte coinvolta era di 1.144.690 cittadini con età pari o superiore a 60 anni e avevano tutti ricevuto la seconda dose da almeno 5 mesi. I risultati, tuttavia, non erano stati sottoposti a revisione paritaria e dunque erano non ufficiali. Ora lo studio con alcuni piccoli aggiustamenti è stato pubblicato sul The New England Journal of Medicine, tra le più autorevoli riviste mediche in assoluto, confermando pienamente l'efficacia e la necessità della terza dose (che tutti noi dovremo fare nei prossimi mesi). Nella revisione non solo si determina che la terza dose abbatte di 11,3 volte il rischio di infezione, ma che quello di malattia grave è viene abbattuto di quasi 20 volte.

A condurre l'indagine è stato un team di ricerca guidato da scienziati del Weizmann Institute of Science di Rehovot e dell'Università di Tel Aviv, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Technion–Israel Institute of Technology di Haifa, dell'Università Ebraica di Gerusalemme, del Ministero della Salute, dell'Unità di biostatistica e biomatematica dello Sheba Medical Center e del KI Research Institute. I ricercatori, coordinati dal professor Amit Huppert, docente presso la Facoltà di Medicina Sackler dell'ateneo di Tel Aviv, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati epidemiologici estratti dal Ministero della Salute israeliano e relativi al periodo compreso tra il 30 luglio e il 31 agosto 2021. In Israele alla fine di luglio è stata approvata la somministrazione della terza dose del vaccino anti Covid di Pfizer BNT162b2 (Comirnaty), praticamente l'unico offerto alla popolazione del Paese mediorientale durante la campagna vaccinale (per accordi col colosso farmaceutico americano). A differenza della ricerca “BNT162b2 vaccine booster dose protection: A nationwide study from Israel” pubblicata su MedrXiv, nella revisione sul The New England Journal of Medicine i dati riguardano una coorte di poco inferiore, pari a 1.137.804 persone. Come nel precedente caso erano tutte persone vaccinate con la seconda dose (da almeno 5 mesi) e con età pari o superiore ai 60 anni.

Il professor Huppert e i colleghi hanno messo a confronto i tassi di infezione da coronavirus SARS-CoV-2 e COVID-19 grave rilevati in coloro che avevano ricevuto la terza dose con quelli di chi aveva completato il solo ciclo standard. Dall'analisi dei dati è emersa chiaramente la protezione offerta dall'ulteriore richiamo. Come nel caso del preprint, ad almeno 12 giorni di distanza dalla terza dose il rischio di infezione risultava abbattuto di 11,3 volte, mentre per quanto concerne la malattia grave il rischio risultava inferiore di ben 19,5 volte. In un'analisi secondaria, spiegano i ricercatori israeliani, “il tasso di infezione confermata almeno 12 giorni dopo la vaccinazione era inferiore al tasso dopo 4-6 giorni di un fattore di 5,4”. In altri termini, c'è stato un aumento di protezione alla seconda settimana dall'inoculazione rispetto alla prima, esattamente come avviene con prima e seconda dose, dato che l'organismo ha più tempo per produrre gli anticorpi neutralizzanti.

“In questo studio che ha coinvolto partecipanti di età pari o superiore a 60 anni e che avevano ricevuto due dosi del vaccino BNT162b2 almeno 5 mesi prima, abbiamo scoperto che i tassi di COVID-19 confermato e malattie gravi erano sostanzialmente inferiori tra coloro che avevano ricevuto un richiamo (terza) dose del vaccino BNT162b2”, hanno concluso gli scienziati israeliani. I dettagli della ricerca “Protection of BNT162b2 Vaccine Booster against Covid-19 in Israel” sono consultabili cliccando sul seguente link.

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