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La telepatia è possibile?

Presentato l’esperimento che prova (riuscendoci) a far comunicare due cervelli umani che si trovano a chilometri di distanza l’uno dall’altro.
A cura di Nadia Vitali
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Forse in futuro la comunicazione telepatica diventerà un’abilità acquisita dagli uomini, esattamente come accadeva nei film e nei telefilm di fantascienza che più ci stanno a cuore: quel giorno probabilmente è ancora lontano (ammesso che arrivi davvero) ma, per il momento, alcun scienziati sono al lavoro per tentare di rendere realtà questo sogno un bel po’ visionario. In particolare, un gruppo di studiosi di provenienza internazionale ha recentemente reso noti, attraverso un articolo pubblicato da PLOS ONE, i risultati di un esperimento conclusosi con successo che ha visto delle persone, distanti migliaia di chilometri l’uno dall'altra, condividere informazioni attraverso il solo pensiero.

Comunicare a distanza, senza parole e senza tastiera

Fantascienza? Decisamente no, più semplicemente un dispositivo creato ad hoc che ha consentito di stabilire un “contatto telepatico” tra due cervelli estremamente lontani l’uno dall'altro, facendo in modo che un individuo localizzato in India comunicasse con altri che si trovavano in Francia: il tutto ricorrendo ad internet ma, naturalmente, in assenza di parole pronunciate oralmente o digitate sulla tastiera. La tecnologia messa a punto dagli scienziati prevede degli elettrodi collegati direttamente al cuoio capelluto della persona che deve “inviare” il messaggio: il segnale viene così codificato e mandato via internet al partecipante che si trova dall'altra parte. Una volta che l’impulso ha raggiunto la destinazione stabilita, il codice viene nuovamente interpretato da una interfaccia neurale e recapitato così al ricevente.

L'esperimento (Credit: Grau C, Ginhoux R, Riera A, Nguyen TL, Chauvat H, et al. (2014) Conscious Brain-to-Brain Communication in Humans Using Non-Invasive Technologies. PLoS ONE 9(8): e105225. doi:10.1371/journal.pone.0105225)
L'esperimento (Credit: Grau C, Ginhoux R, Riera A, Nguyen TL, Chauvat H, et al. (2014) Conscious Brain-to-Brain Communication in Humans Using Non-Invasive Technologies. PLoS ONE 9(8): e105225. doi:10.1371/journal.pone.0105225)

Esperimenti di telepatia

Più nello specifico, quattro soggetti di età compresa tra i 28 e i 50 anni hanno preso parte allo studio. Uno soltanto tra essi è stato assegnato alla interfaccia cervello-computer (Brain-computer interface, BCI) in qualità di mittente; per gli altri tre, i quali dovevano ricevere e comprendere il messaggio scelto per l’esperimento, ci si è serviti di un’interfaccia non invasiva computer-cervello (CBI). Utilizzando l’elettroencefalografia, i ricercatori hanno prima tradotto alcune parole (come “hola” e “ciao”) in codice binario e poi hanno inviato il risultato dall'India alla Francia. Lì un’interfaccia computer-cervello ha trasmesso il messaggio ai riceventi attraverso una stimolazione cerebrale non invasiva, detta stimolazione magnetica trascranica (TMS): i soggetti hanno infatti esperito questo passaggio di informazioni sotto forma di percezione cosciente di fosfeni, lampi di luce improvvisi nella loro visione periferica. Questi flash, in realtà, apparivano in sequenze numeriche che rendevano possibile al destinatario di decodificare il messaggio a partire dall'impulso luminoso: così i soggetti, estraendo i codici di partenza trasmessi attraverso i flash indotti in specifiche aree del cervello, ricevevano correttamente i saluti dal lontano oriente. Un secondo esperimento similare è stato condotto tra individui in Spagna e Francia, con una percentuale di errore pari al 15%: un risultato decisamente soddisfacente, per il momento.

Lo scambio di informazioni tra cervello e cervello (Credit: Carles Grau, Romuald Ginhoux, Alejandro Riera, Thanh Lam Nguyen, Hubert Chauvat, Michel Berg, Julià L. Amengual, Alvaro Pascual-Leone, Giulio Ruffini)
Lo scambio di informazioni tra cervello e cervello (Credit: Carles Grau, Romuald Ginhoux, Alejandro Riera, Thanh Lam Nguyen, Hubert Chauvat, Michel Berg, Julià L. Amengual, Alvaro Pascual-Leone, Giulio Ruffini)

La messa a punto di una tecnica di comunicazione simile, oltre a rappresentare un passo notevole per la scienza, potrebbe anche avere delle importanti implicazioni dal punto di vista della ricerca medica: uno strumento in grado di inviare impulsi senza dover ricorrere alla voce o ai tasti del computer potrebbe essere di grande aiuto per le persone che non possono parlare o colpite da paralisi. Quindi è auspicabile che quel giorno in cui questa singolare forma di "telepatia" diventerà realtà non sia poi troppo lontano.

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