La storia di Chhouk, l’elefante costretto a vivere con una protesi a causa dei bracconieri
Nel 2007, durante un pattugliamento in una zona remota di Srepok a Mondulkiri, in Cambogia, una squadra di volontari del WWF si imbatté in un piccolo elefante asiatico (Elephas maximus) di meno di 2 anni che vagava da solo nella foresta. Gravemente ferito alla zampa anteriore sinistra – la parte del piede era completamente amputata -, debilitato a causa dell'infezione e malnutrito, il cucciolo era destinato a un'atroce e inevitabile morte, ma i soccorritori si industriarono immediatamente per salvargli la vita. Fu contattata una squadra della Wildlife Alliance, specializzata nel salvataggio e nel recupero di animali selvatici, ma l'elefantino era troppo debole per essere spostato.
A causa di ciò il direttore del programma di salvataggio e liberazione dell'organizzazione, Nick Marx, decise di restare nella foresta accanto all'elefante per nutrirlo e accudirlo fin quando non si fosse ripreso a sufficienza per lo spostamento. Appese un'amaca e restò per circa una settimana col pachiderma (al quale fu dato il nome di Chhouk); superata la fase più critica, il piccolo fu trasportato al centro di salvataggio della fauna selvatica di Phnom Tamao, dove gli specialisti poterono prendersi cura delle sue orribili ferite.
Parte della zampa era stata amputata a causa di una terrificante trappola piazzata dai bracconieri. Si tratta di strumenti rudimentali fatti fondamentalmente da cavi di ferro, che stringono le zampe degli animali immobilizzandoli. Si ritiene che queste trappole rappresentino la principale minaccia per circa 700 specie che vivono nel Laos, in Cambogia e Vietnam, come riporta il WWF. I volontari ne rimuovono a migliaia ogni anno (in meno di 10 anni ne sono state distrutte 100mila in sole 2 riserve naturali), tuttavia quelle che non vengono trovate causano dolore e sofferenza a un numero enorme di animali.
Tornando a Chhouk, una volta trasferito a Phnom Tamao, i veterinari decisero di amputargli la zampa fin sotto il ginocchio, sottoponendolo a più interventi. Non erano certi potesse sopravvivere all'infezione e all'esperienza drammatica, ma grazie all'amore alle cure dei volontari l'elefantino si riprese perfettamente. Per rimpiazzare l'arto amputato si decise di far costruire una protesi ad hoc, e per questo fu contattata la Scuola cambogiana di protesi e ortesi (CSPO), che accettò immediatamente la sfida. In poche settimane prepararono una protesi perfetta per Chhouk, che da allora ha ripreso una vita quasi normale. Purtroppo in cattività, perché un animale con sole tre zampe in natura non sopravvivrebbe, e la protesi necessita di costante manutenzione, oltre a sostituzioni periodiche per essere adeguata alla crescita dell'animale.
Oggi Chhouk ha circa 15 anni, l'età in cui gli elefanti asiatici raggiungono quasi le dimensioni massime (possono crescere fino ai 25 anni), e durante questo lungo percorso ha già ricevuto più di una dozzina di protesi diverse. Si tratta dell'unico elefante in Cambogia con un arto prostetico, e ben presto è diventato un simbolo della Wildlife Alliance, che è rimasta al suo fianco sin da quando fu trovato mentre vagava morente nella foresta.