La sonda Osiris-Rex pronta a partire per la caccia all’asteroide
Conto alla rovescia agli sgoccioli al Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida: il lancio di OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretations, Resource Identification, Security – Regolith EXplorer) a bordo di un razzo Atlas V è previsto per l'1,05 (secondo l'orario italiano), con una finestra di lancio della durata di due ore.
La missione NASA OSIRIS-REx sarà la prima a consentirci di entrare "in contatto" con un asteroide e promette addirittura di portarci indietro campioni appartenenti ad uno di questi oggetti che si aggirano nel nostro Sistema Solare: l'asteroide prescelto è un NEA, cioè uno di quelli vicini alla Terra, e si chiama 101955 Bennu. La sonda lo raggiungerà nel 2018, dopodiché inizierà una fase di studio delle caratteristiche fisiche che porteranno, alla fine, a selezionare la zona dalla quale prelevare il campione grazie all'ausilio di un braccio robotico. Il ritorno è previsto per il 2023.
Bennu è un asteroide decisamente antico, si è formato durante la stessa epoca dei Pianeti del Sistema Solare, ed ha un diametro di circa 500 metri. Circa ogni sei anni passa "vicino" alla Terra: ovviamente vicino si fa per dire, dato che, seguendo un'orbita piuttosto regolare, si è sempre tenuto a debita distanza da noi. C'è da dire, però, che il calore del Sole ne sta modificando gradualmente il tragitto, in un modo tale per cui potrebbe rappresentare un pericolo: diciamo che c'è una possibilità su 2.700 che l'asteroide ci colpisca tra il 2175 e il 2196 (sì, pochine).
Le indagini su Bennu ci consentiranno di capire molte cose sull'origine della vita sulla Terra, o almeno questo è l'auspicio degli scienziati; ma anche di comprendere se gli asteroidi, in futuro, potranno funzionare come basi di rifornimento per i viaggi verso altri Pianeti o come miniere di metalli utili.