La sofferenza dell’Artico: ghiacciai ai minimi storici a causa del riscaldamento globale
Benché il fenomeno del riscaldamento globale venga ancora preso in scarsa considerazione da alcuni esponenti politici – basti ricordare le famigerate esternazioni del prossimo Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump, secondo il quale si tratterebbe di una “bufala inventata dai cinesi” -, il grido d'allarme lanciato dagli ambienti accademici si fa sempre più forte e preoccupante; il 2016, in base ai dati raccolti dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) pubblicati lo scorso 12 dicembre nella cosiddetta “Artic Report Card”, è infatti collimato con una serie di drammatici record negativi per la regione artica, il cui delicato equilibrio si riflette sulla salute dell'intero pianeta.
Quest'anno, la temperatura media della regione è stata di 2° centigradi superiore a quella registrata tra il 1981 e il 2010, con picchi di ben 8° centigradi in alcuni luoghi specifici. Ciò si è tradotto in un ritiro dei ghiacci senza precedenti sia nel periodo estivo che in quello invernale, con un impatto sensibile sugli ecosistemi locali e sulle attività commerciali delle comunità indigene. Lo scioglimento della calotta glaciale in Groenlandia ha catalizzato a sua volta l'innalzamento delle temperature, il cui aumento sta incredibilmente procedendo al doppio della velocità rispetto al resto del pianeta.
In base ai dati raccolti dalla spedizione di ricerca “Norwegian Young Sea ICE expedition” il ghiaccio artico non solo è più sottile a causa del processo di fusione accelerato, ma si sposta più velocemente, è più diradato e soprattutto fragile, venendo facilmente sgretolato dalle tempeste ma anche dai semplici moti ventosi. Il fenomeno ha un forte impatto negativo sulla formazione del fitoplancton, che è alla base della catena alimentare delle specie autoctone. “Solo un paio di decenni fa – ha sottolineato un membro della spedizione scientifica – l'Artico stava sussurrando i propri cambiamenti, oggi invece siamo innanzi a un vero e proprio cambiamento di linguaggio. Si tratta di grida”. E la preoccupazione degli scienziati aumenta pensando alle prime mosse in tema ambientale della nuova amministrazione Trump.
[Foto di NOAAPMEL]