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La sedentarietà uccide quasi 90mila italiani ogni anno: i dati choc dell’ISS

I dati pubblicati nell’ultimo Rapporto Istisan dedicato alla relazione tra attività fisica e salute degli italiani sono scioccanti: ogni anno nel nostro Paese muoiono infatti 88.200 persone a causa della sedentarietà. Enormi i costi per la gestione delle gravi patologie associate all’inattività.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Wokandapix
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Ogni anno in Italia la sedentarietà provoca la morte di 88.200 persone; una vera e propria strage provocata (anche) dalle quattro malattie più associate a una vita priva del necessario esercizio fisico: il tumore del colon-retto, il tumore alla mammella, le patologie croniche delle arterie coronariche (coronaropatia) e il diabete di Tipo 2. Il dato choc è riportato nell'ultimo Rapporto Istisan “Movimento, sport e salute: l'importanza delle politiche di promozione dell'attività fisica e le ricadute sulla collettività”, pubblicato sul sito ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Nel documento, messo a punto grazie alla collaborazione tra ISS, Ministero della Salute e Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), vengono snocciolati anche altri dati poco virtuosi. I costi per le casse del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) legati ai trattamenti delle suddette quattro patologie sono di 1,6 miliardi all'anno. Se tutti gli italiani adottassero uno stile di vita più sano, praticando il quantitativo di attività fisica raccomandata per la loro fascia di età, il risparmio annuo per il SSN – tra visite specialistiche, farmaci etc etc – sarebbe di 2,3 miliardi di euro.

Secondo il Rapporto Istisan soltanto un adulto italiano su due pratica il monte ore di attività fisica raccomandato a settimana, mentre tra gli adolescenti è soltanto il 10 percento a seguire le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Non va meglio tra i bambini: il 25 percento dei piccoli fa giochi di movimento per almeno un'ora soltanto un giorno a settimana. Le donne risultano più sedentarie degli uomini, soprattutto in età avanzata, e una minore attività fisica viene rilevata anche tra le fasce meno abbienti e nelle regioni meridionali.

Ai margini della presentazione del documento ha sottolineato l'importanza dello sport e dell'attività fisica il presidente dell'ISS Walter Ricciardi: “La promozione dell’attività fisica – ha dichiarato il dirigente – è sicuramente importante a livello del singolo, ma anche e soprattutto in una visione societaria, per la quale diventa necessario un approccio multi-disciplinare e multi-settoriale, frutto della collaborazione di varie istituzioni e del coinvolgimento di diversi settori (educazione, trasporti, ambiente, politiche fiscali, media, industria, autorità locali), affinché l’attività fisica possa diventare direttamente integrata nella quotidianità di ognuno e affinché il singolo individuo possa farsi promotore della propria salute adottando uno stile di vita attivo”.

Non è naturalmente la prima volta che emerge un legame così forte tra problemi di salute e inattività fisica; basti pensare che un team di ricerca di Cambridge ha dimostrato che la sedentarietà uccide più dell'obesità. Scienziati del Black Dog Institute hanno invece determinato che fare attività fisica allontana la depressione. Un risultato simile è quello rilevato da un team di ricerca internazionale; fare 45 minuti di sport dalle 3 alle 5 volte a settimana migliora sensibilmente la nostra salute mentale.

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