La Russia vuole andare sulla Luna. E magari restarci
Sembrava che tutti più o meno ci fossimo persuasi della scarsa attrattiva del suolo lunare: non a caso sono ormai trascorsi parecchi anni dall'ultima "visita" da parte degli esseri umani al satellite. Eppure, ogni tanto, qualcuno ci riprova: questa volta è toccato alla Russia annunciare l’intenzione di tornare sulla Luna.
Obiettivo 2029
A darne notizia è l’agenzia di stampa russa Tass che riferisce le parole del numero uno dell’agenzia spaziale Roscosmos, Igor Komarov. Il piano è a dir poco ambizioso: dopo una fase di esplorazione in assenza di esseri umani attraverso rover, un equipaggio in carne ed ossa metterà piede sulla Luna. Il tutto dovrebbe accadere nel 2029, ossia a sessant’anni di distanza dal primo, indimenticabile sbarco sulla Luna. Il decennio successivo sarà dedicato alle ricognizioni da parte dei cosmonauti della superficie lunare con l’obiettivo di porre delle infrastrutture nel desolato paesaggio selenico: il tutto per monitorare e sorvegliare cosa accade sul satellite.
Il primato soffiato
Sembra essere trascorsa un’eternità, forse anche in virtù di quanto è cambiato il mondo da allora. Eppure pochi decenni ci separano da quello storico momento in cui gli Stati Uniti piazzarono la propria bandiera sul suolo lunare, strappando finalmente un primato all’Unione Sovietica che continuava a collezionarne: prima con Jurij Gagarin, primo uomo nello spazio, poi con Valentina Vladimirovna Tereškova, prima donna in orbita, e anche con Aleksej Archipovič Leonov e la sua prima missione extra-veicolare. Che la Russia abbia adesso intenzione di recuperare?
La Luna di Cina e Russia
In realtà, come dicevamo, i tempi sono estremamente mutati: la corsa allo spazio ha perso il proprio carattere specifico di strumento per “mostrare i muscoli” all'avversario. Cionondimeno i Paesi emergenti hanno dimostrato in più occasioni la propria volontà di conquistarsi il proprio “posto al sole” nell’ambito dell’esplorazione spaziale. E proprio la Cina è recentemente “tornata” sulla Luna con un lander chiamato Yutu destando grande curiosità: che motivo c’era – ci si domandava – di rivisitare un luogo notoriamente inospitale e privo di risorse? Evidentemente la Luna ha ancora molto da offrirci e la stessa Cina lo sa benissimo, dato che pianifica di mandarci un equipaggio nel 2024: il tutto mentre la Russia starà ultimando i preparativi per la propria missione umana prevista per il 2029. Sempre ammesso che i propositi si trasformino effettivamente in programmi.
Una nuova corsa allo spazio?
La storia dell'esplorazione lunare, infatti, vanta anche un notevole numero di missioni pianificate e ritardate, quando non del tutto annullate. Dopo l'Apollo 17, che nel 1972 portò l'ultimo equipaggio americano sul satellite, la Luna si è progressivamente allontanata dagli orizzonti terrestri. Eppure oggi le cose potrebbero trasformarsi nuovamente: agli Stati Uniti andrebbe giù l'eventualità di essere esclusi dal territorio lunare dove si stanzierebbero Cina e Russia? Improbabile. Diciamo che, al di là dell'annuncio odierno, possiamo ipotizzare che negli anni a venire la Luna potrebbe diventare nuovamente un luogo interessante ed ambito dagli astronauti. Che ne farebbero la propria casa temporanea, magari, esattamente come accade oggi con la Stazione Spaziale Internazionale.