La puzzolente ed enorme tempesta su Nettuno immortalata da Hubble: le spettacolari immagini
Un'enorme (e puzzolente) tempesta anticiclonica presente sul pianeta Nettuno si sta spostando dove non dovrebbe e dissolvendo, sfidando tutte le previsioni che gli scienziati avevano fatto sul suo conto. La tempesta, che odora di uova marce poiché composta da idrogeno solforato, è stata osservata per la prima volta nel 2015 con il Telescopio Spaziale Hubble in seno alla missione Otern Planet Atmospheres Legacy (OPAL), nata per monitorare i quattro pianeti più lontani del nostro sistema. All'epoca aveva un'estensione paragonabile a quella dell'Oceano Atlantico, ma adesso è molto più piccola, ed è la prima volta che gli scienziati osservano una di queste macchie scure mentre "muoiono".
In base alle simulazioni degli astronomi delle università di Louisville e Saint Louis, Stati Uniti, la tempesta anticiclonica – che si trova nell'emisfero meridionale – avrebbe dovuto spostarsi verso l'equatore del pianeta e dissolversi con una sorta di esplosione, invece sta andando verso il polo sud e si sta riducendo dolcemente, sino a quando non scomparirà del tutto. Il professor Agustín Sánchez-Lavega dell'Università dei Paesi Baschi ha sottolineato che non si hanno prove su come si formano questi vortici o quanto velocemente sia la loro rotazione, ma molto probabilmente nascono da un'instabilità nei venti diretti in direzioni contrarie (est e ovest).
Analogamente a Giove, il gigante del Sistema solare, anche il lontanissimo Nettuno presenta un'atmosfera molto turbolenta, tuttavia le sue imponenti perturbazioni durano solo pochi anni, invece di persistere per secoli come la famosa “Grande Macchia Rossa” del pianeta gassoso, nota da 300 anni. È noto che su Nettuno ci sono i venti più forti dell'intero Sistema solare, dato che alcune raffiche superficiali viaggiano a oltre 2.100 chilometri orari, ma poco si sa su quelle che si producono in profondità. Lo studio di queste effimere tempeste potrebbe aiutare gli scienziati a scoprirne di più.
A causa della grandissima distanza di Nettuno, che si trova quasi a 5 miliardi di chilometri dal Sole, soltanto due strumenti hanno potuto raccogliere informazioni dettagliate sulle tempeste. “Nessuno strumento diverso da Hubble e Voyager ha osservato questi vortici: per ora, solo Hubble può fornire i dati necessari per capire quanto siano comuni o rari questi affascinanti sistemi meteorologici nettuniani”, ha sottolineato il professor Michael H. Wong dell'Università della California a Berkeley. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla pagina ufficiale della missione Hubble e sull'Astronomical Journal.
[Credit: NASA]