La poliomielite minaccia l’Europa
Il dramma che si consuma in Siria assume anche l'aspetto di un virus che ha lasciato l'Europa da decenni, ma che qui rischia di tornarvi in assenza di misure di profilassi adeguate. Secondo gli infettivologi Martin Eichner dell’Università di Tubinga e Stefan Brockmann del Reutlingen Regional Public Health Office (Germania) la poliomielite rischia di superare i confini del Medio Oriente su impulso di una guerra che, creando milioni di profughi, mette alla prova le misure di prevenzione degli stati vicini.
La poliomielite è una malattia acuta, altamente contagiosa che viene spesso incubata in maniera asintomatica e che può colpire il sistema nervoso fino a causare paralisi permanenti parziali. La "paralisi infantile", altro nome della malattia da polio, si è sempre presentata in Europa come un evento raro, fino a quando tra il XIX e il XX secolo apparvero focolai difficili da debellare che portarono all'invenzione e alluso sistematico del vaccino nel 1950. Oggi viene somministrato il vaccino antipolio inattivo (Ipv), una forma di prevenzione blanda adoperata su comunità ritenute non a rischio. L'alternativa è il vaccino usato in passato, l'antipolio orale (Opv). L'Ipv, secondo gli autori, potrebbe non essere sufficiente presso quelle popolazione la cui copertura vaccinale è bassa (Bosnia-Erzegovina, Ucraina ed Austria). A costituire un pericolo aggiuntivo è anche la caratteristica asintomatica della poliomielite. Poiché solo un caso su duecento scatena la malattia sintomatica, il virus potrebbe essere nell'organismo per quasi un anno prima che si palesi.
Vaccinare i profughi siriani, così come disposto dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattia, potrebbe rappresentare una misura insufficiente. L'Oms, intanto, ha deciso di raddoppiare i vaccini, elevandoli a 50 milioni da applicare su siriani e su popolazioni limitrofe. Un impegno aggiuntivo necessario perché, spiega Bruce Aylward dell’Oms al New York Times, "se c’è una reinfezione in Medio Oriente serve uno sforzo più massiccio".