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Covid 19

La pillola anti Covid di Pfizer protegge da ricovero e morte: rischio abbattuto dell’89%

Pfizer ha pubblicato i risultati di uno studio che conferma la grande efficacia della pillola anti Covid “Paxlovid” nell’abbattere il rischio di ricovero e morte.
A cura di Andrea Centini
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La pillola anti Covid di Pfizer, il Paxlovid, riduce di circa il 90 percento il rischio di ricovero in ospedale e morte in pazienti adulti a rischio di infezione severa. Si tratta di un risultato eccezionale che conferma quello dell'analisi ad interim pubblicata a inizio novembre dal colosso farmaceutico americano. I dati dello studio di Fase 2/3 EPIC-HR (Evaluation of Protease Inhibition for COVID-19 in High-Risk Patients) sono stati sottoposti alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense – l'agenzia federale deputata alla regolamentazione di farmaci, prodotti alimentari e terapie sperimentali – per richiedere l'autorizzazione all'uso di emergenza (EUA) del Paxlovid. Il farmaco è un inibitore di un enzima del coronavirus SARS-CoV-2 (la proteasi 3CL) legato al meccanismo di replicazione; va assunto non appena compaiono i primi sintomi o in caso di esposizione acclarata al virus, come terapia preventiva per abbattere la carica virale e scongiurare l'evoluzione verso la forma grave della malattia. Si somministra in combinazione con una piccola dose dell'antivirale ritonavir: il primo con dose da 300 milligrammi (due compresse da 150 mg) e il secondo con dose da 100 milligrammi, da assumere volte al giorno per cinque giorni.

Dall'indagine EPIC-HR che ha coinvolto oltre 2.200 partecipanti è emerso che la pillola anti Covid, quando somministrata entro tre giorni dalla comparsa dei sintomi, ha ridotto dell'89 percento il rischio di ospedalizzazione o morte (per qualunque causa) in pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2 e ad elevato rischio di COVID-19 grave. Tale efficacia è risultata dell'88 percento (rispetto al placebo) quando la terapia a base di Paxlovid è stata somministrata entro cinque giorni dalla comparsa dei primi sintomi dell'infezione, “un aumento rispetto all'85 percento osservato nell'analisi ad interim”, specifica Pfizer in un comunicato stampa. Durante lo studio è stato ricoverato lo 0,7 percento dei pazienti trattati col PAXLOVID contro il 6,5 percento di quelli trattati con placebo. La riduzione del rischio di ricovero/morte è arrivata fino al 94 percento nei pazienti con età superiore ai 65 anni, considerata particolarmente a rischio di COVID-19 grave.

“Questa notizia fornisce un'ulteriore conferma che il nostro candidato antivirale orale, se autorizzato o approvato, potrebbe avere un impatto significativo sulla vita di molti, poiché i dati supportano ulteriormente l'efficacia di PAXLOVID nel ridurre i ricoveri e la morte e mostrano una sostanziale diminuzione della carica virale. Ciò sottolinea il potenziale del candidato al trattamento nel salvare la vita dei pazienti in tutto il mondo”, ha dichiarato il dottor Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer. “Varianti emergenti di preoccupazione, come la Omicron, hanno esacerbato la necessità di opzioni di trattamento accessibili per coloro che contraggono il virus e siamo fiduciosi che, se autorizzato o approvato, questo potenziale trattamento potrebbe essere uno strumento fondamentale per aiutare a mitigare la pandemia”, ha aggiunto il dirigente di Pfizer.

In un secondo studio ad interim denominato EPIC-SR (Evaluation of Protease Inhibition for COVID-19 in Standard-Risk Patients) che vede il coinvolgimento di pazienti rappresentativi della popolazione generale, sia vaccinati che non, la pillola anti Covid ha determinato un abbattimento nel rischio di ospedalizzazione del 70 percento rispetto al gruppo placebo e nessun decesso. In questo caso è stato ricoverato lo 0,6 percento dei pazienti che aveva ricevuto la pillola anti Covid rispetto al 2,4 percento di coloro che avevano ricevuto il placebo. Tuttavia, specifica Pfizer, non è stato raggiunto l'endpoint primario relativo all'alleviamento di tutti i sintomi Covid (auto-riferito) per quattro giorni consecutivi. Gli eventi avversi provocati dal farmaco e dal placebo erano comparabili e nella maggior parte dei casi si trattava di sintomi lievi, specifica Pfizer. Lo studio è ancora in corso e sarà necessario attendere alcune settimane per i risultati definitivi.

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