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La nuova stagione della fisica si apre al CERN

Con il ritorno in attività di LHC si potrà forse trovare una risposta a tanti interrogativi (e naturalmente porsene di nuovi).
A cura di Nadia Vitali
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Collisione protone-protone (Image: LHCb, fonte CERN)
Collisione protone-protone (Image: LHCb, fonte CERN)

Finita la pausa invernale e superato il piccolo incidente della faina (decisamente trascurabile, se non per il povero animaletto), il super-acceleratore del CERN di Ginevra ha "ripreso servizio" con i suoi esperimenti.

Il Large Hadron Collider (LHC) è stato riacceso lo scorso 25 marzo ma, come è facile immaginare, vista la sua natura complessa, non è esattamente una macchina che riprende a funzionare quando si gira la chiave. Dopo lo stop, infatti, c'è stata la consueta fase durante la quale vengono testati e calibrati i rivelatori dell'acceleratore: grazie a fasci a bassa intensità, e a collisioni pilota di protoni contro protoni, si è potuto verificare che l'immenso impianto è in perfetta forma. Ora tutto è pronto per aumentare l'intensità dei fasci e incrementare il numero di collisioni, al fine di ricominciare a raccogliere dati.

L'emozione del momento, le aspettative, le prospettive orientate a cercare nuovi mondi da esplorare "oltre" la fisica, sono stati brillantemente riassunti da Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che coordina la partecipazione dell'Italia al CERN e a LHC.

Possiamo dire che il vascello è salpato verso il nuovo mondo. Ora speriamo che arrivi presto il momento in cui avvisteremo una nuova terra nella quale avventurarci con i nostri studi.

Quello che si apre, è il secondo anno per LHC con collisioni da record di 13 TeV. Grazie agli esperimenti ATLAS e CMS, il super-acceleratore era riuscito a chiarire l'ultimo aspetto ancora sfuggente del Modello Standard, individuando il bosone di Higgs: adesso le due collaborazioni si dedicheranno allo studio del bosone in profondità. Ma non è tutto.

Perché la natura ha preferito la materia all'antimateria? Di cosa è composta la materia oscura che costituisce circa un quarto del nostro Universo? Queste ed altre domande saranno quelle alle quali i fisici cercheranno di dare una risposta, spingendosi forse al di là del Modello Standard, alla ricerca delle "tracce" della Nuova Fisica.

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