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La notte di San Giovanni: tra fuoco ed acqua si saluta il solstizio

La notte di San Giovanni Battista si celebravano antichi riti provenienti da feste precristiane del mondo agrario legati al solstizio estivo.
A cura di Nadia Vitali
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Il tempo dei solstizi e degli equinozi è sempre stato considerato sacro dalle civiltà precristiane contadine; nonostante i secoli di cristianesimo abbiano incorporato i festeggiamenti per eventi astronomici o genericamente legati alla natura all'interno del sistema dell'agiografia, la religiosità popolare non ha mai dimenticato i grandi eventi legati ai cicli della terra e del cielo, continuando a celebrare tutte quelle date che costituiscono un importante momento di passaggio all'interno dell'anno solare.

Il 24 giugno, la notte di San Giovanni Battista, ad esempio, è da sempre stata legata a riti e feste, dal momento che cade proprio pochi giorni dopo il solstizio estivo: si tratterebbe di una festa molto antica, se si pensa che già Sant'Agostino, nato nel 354 e morto nel 430, ne faceva parola a proposito della Chiesa africana latina. Giovanni, nato poco prima di Gesù Cristo, fu colui che avrebbe preparato la via al Redentore, istituendo il sacramento del battesimo: per questa ragione si giustifica il fatto che sia l'unico tra i Santi che viene commemorato nel giorno della sua nascita e non in quello della sua morte, come accade a tutti gli altri perché il vero dies natalis deve essere solo quello dell'assunzione in cielo.

A San Giovanni Battista, dunque, spetta il medesimo onore che è solo ed esclusivamente del Cristo, del quale ricordiamo la nascita a Natale, ovvero, anche in questo caso, pochi giorni dopo un altro solstizio, quello invernale: colui che avrebbe portato la luce della Cristianità nelle tenebre del paganesimo e colui che ne preparò la venuta, sono ricordati proprio in coincidenza con due eventi significativi per il ciclo annuale del Sole e della natura. E non per caso, naturalmente.

Alcuno stupore, dunque, se per San Giovanni Battista, per la sua notte, i riti siano innumerevoli ed ancora molto sentiti dalle tradizioni popolari ma anche dalle correnti legate al revival del paganesimo o al new age. Attributo immancabile del Santo che battezzava è l'acqua: un'antica tradizione vorrebbe che proprio nella sua notte l'acqua si sposerebbe con il fuoco, la Luna con il Sole, cosa che secondo gli appassionati di astrologia effettivamente accade giacché, poche ore prima, il Sole entra nella costellazione del Cancro che è dominata dalla Luna. Ecco perché non mancano l'acqua ed il fuoco nelle celebrazioni che in tutta Europa si svolgevano per il Santo e che da qualche parte ancora resistono.

Dalla Svezia all'Italia, dalla Spagna alla Grecia, in molte regioni, era ed è usanza presso i contadini, durante questa magica notte, di accendere grandi falò sulle colline o sulle piazze, per propiziarsi la benevolenza della grande Stella che è nei suoi giorni di maggiore potenza; ruote incendiate di fascine venivano fatte rotolare nelle campagne. Intorno alle fiamme si danzava e si cantava, per allontanare le forze maligne, i demoni, le streghe e tutti coloro che potevano creare danno alla comunità e, soprattutto, al raccolto.

Grande attenzione era riservata alla raccolta di alcuni particolari tipi di erbe che venivano considerate speciali e particolarmente adatte per la preparazione sia di filtri con facoltà curative e mediche, sia per le pozioni d'amore e per gli incantesimi: ma anche, più semplicemente, come potenti talismani da conservare dietro la porta fino all'anno successivo. La rugiada di San Giovanni Battista, poi, che si deposita sulle piante, era considerata il bene più prezioso: si riteneva infatti che le acque prendessero vita e parlassero e cantassero, dunque la rugiada della mattina del 24 aveva un potere maggiore di curare, purificare, fecondare e per questo era indispensabile cercare di raccoglierla. Non si sa mai, nel corso dell'anno, poteva sempre rivelarsi una risorsa insostituibile.

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