La Nasa studia il raggio traente di Star Trek
Così come per la possibilità del viaggio a curvatura, anche nel caso del raggio traente dobbiamo stare attenti a non romanzare troppo, non di meno un team della Nasa ha ottenuto sul serio un finanziamento di centomila dollari per studiare la possibilità di mettere in pratica la tecnologia del raggio traente, ovvero l'acquisizione a distanza di particelle planetarie o atmosferiche, per mezzo di rover robotizzati o veicoli spaziali in orbita.
Un'aspirapolvere spaziale
Il responsabile della ricerca che si svolgerà nel Goddard space flight center della Nasa è Paul Stysley. Al vaglio tre metodi sperimentali attorno allo stesso concetto: creare una situazione simile al vuoto mediante aspirazione, quasi come una sorta di aspirapolvere che raccogliere e trasporta lo sporco in un sacchetto. Potrebbe stupirci ma la Natura utilizza già la luce per scopi analoghi; pensiamo a come le molecole di acido ribonucleico utilizzano l'energia solare per trasportare singole molecole.
Non proprio come Star Trek. Tra gli impieghi previsti anche quello di pulire dai detriti i delicati strumenti spaziali. Per quanto riguarda la possibilità di trasportare oggetti ben più pesanti come si vede in Star Trek dovremo aspettare, l'attesa in questo senso potrebbe essere infinita. E' vero che tutt'oggi è possibile l'utilizzo di vele solari per il trasporto spaziale, ma in quel caso non si tratta di attirare a sé dei veicoli, quanto di spingerli.
Sono centinaia le proposte raccolte dal team della Nasa, volte a suggerire il metodo migliore per attuare le sperimentazione; saranno tutte passate al vaglio entro la fine di ottobre. Sono svariate le tecniche attualmente utilizzate dall'Agenzia per la raccolta e analisi dei campioni, dalle comete alla superficie di Marte. Attualmente, la Nasa impiega una varietà di tecniche sulle comete sulla superficie di Marte.
I primi studi a riguardo esistono già
Citiamo a titolo d'esempio quello pubblicato nel 2013 su Nature. Solitamente si usa il termine "pinzetta ottica" per definire uno strumento in grado attraverso impulsi laser di generare forze attrattive o repulsive, a seconda dell'indice di rifrazione considerato; è quindi già possibile da tempo in laboratorio.
Alla Nasa si preferisce parlare di "vortice ottico" che definisce in maniera più immediata anche il modo in cui il fenomeno viene rappresentato: come una sorta di vite energetica. La geometria anulare risultante condiziona le particelle che si desidera così attrarre.
Fasci di Bessel-Gauss. Si sta prendendo in considerazione anche una tecnica per adesso teorica: nessuno l'ha mai messa in pratica in laboratorio; implica l'utilizzo dei fasci di Bessel-Gauss. Per maggiori approfondimenti invitiamo alla lettura di questo post. Questo genere di fascio luminoso si presenta come le increspature che circondano un sasso caduto in uno stagno. In teoria potrebbe indurre i campi elettromagnetici ad influenzare il percorso di un oggetto.
Nulla verrà lasciato intentato. E domani chissà, potremmo persino leggere nelle riviste scientifiche di un certo scienziato del Midwest ch'è riuscito a mettere in modo il primo motore a curvatura.