La musica riduce il dolore: così potenzia gli effetti dell’ibuprofene e di altri antidolorifici
La musica potenzia sensibilmente gli effetti degli antidolorifici, tanto da rendere possibile una vera e propria terapia combinata con dosi minori di farmaci. Basti pensare che, durante gli esperimenti, l'ibuprofene combinato con brani di Mozart ha ridotto il dolore infiammatorio del 93 percento in più rispetto al solo farmaco. A dimostrare l'efficacia analgesica della musica è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati del Dipartimento di Farmacologia e Tossicologia dell'Università dello Utah, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Farmacia dell'Università di Washington e con la Scuola di Musica The Gifted.
L'esperimento. Gli scienziati, coordinati dalla dottoressa Cameron Metcalf, ricercatrice presso l'ateneo di Salt Lake, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto alcuni esperimenti sui topi, basati sui risultati di altre ricerche che avevano fatto emergere l'impatto positivo della musica nel trattamento dell'epilessia. Metcalf e colleghi hanno valutato gli effetti combinati della musica con antidolorifici e antiinfiammatori diffusi come l'ibuprofene, il cannabidiolo, il galanin NAX 5055 e il levetiracetam, tutti testati con posologie non ottimali per il trattamento del dolore (dai 4 mg/kg del galanin ai 400 mg/kg del levetiracetam). I ricercatori hanno suddiviso i topi in due gruppi da 5/8 roditori: il primo gruppo ha ascoltato rumori, mentre il secondo ha ascoltato brani di Mozart di tre ore per 21 giorni. Entrambi i gruppi di topi sono stati esposti a due modelli di dolore distinti, uno infiammatorio e uno chirurgico provocato con incisione plantare.
I risultati. Al termine della sperimentazione è emerso che la combinazione di musica e ibuprofene ha ridotto il dolore infiammatorio del 93 percento rispetto al solo farmaco, mentre la musica combinata con cannabidiolo o galanina NAX 5055 ha ridotto l'infiammazione del 70 percento e il gonfiore del 21 e 9 percento rispettivamente. L'ascolto della sola musica ha invece ridotto del 77 percento il dolore chirurgico. Si tratta di risultati significativi che potrebbero portare a terapie combinate con una dose di farmaco sensibilmente inferiore. “Sappiamo che questi farmaci funzionano senza la musica, ma possono produrre effetti tossici e negativi. Il Santo Graal è combinare il medicinale giusto con questo nuovo paradigma dell'esposizione musicale, così non abbiamo più bisogno di troppo farmaco per ottenere effetti analgesici”, ha dichiarato il coautore dello studio Grzegorz Bulaj. Secondo gli studiosi la musica con determinati criteri di ritmo e sequenze può innescare risposte atidolorifiche stimolando il sistema nervoso parasimpatico e l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene. In precedenti studi aveva già dimostrato di ridurre le convulsioni legate all'epilessia. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers in Neurology.