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La mortalità cresce del 20% negli Usa: “Più della metà delle morti in eccesso causata da Covid-19”

Il 67% dell’eccesso di morti registrato nel periodo marzo-luglio 2020 è stato attribuito all’infezione da coronavirus. In aumento anche i decessi per altre cause: “La crescita può indicare i morti per infezione non riconosciuta oppure i decessi di pazienti negativi derivanti dalle interruzioni prodotte dalla pandemia”.
A cura di Valeria Aiello
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Il tasso di mortalità per Covid-19 negli Stati Uniti è superiore di quanto stimato. Lo suggerisce un nuovo studio della Virginia Commonwealth University (VCU) i cui risultati sono stati pubblicati sotto forma di lettera di ricerca su Jama, la rivista peer-review dell’American Medical Association. Sulla base dei dati degli anni precedenti, gli Stati Uniti hanno registrato il 20% in più di morti nel periodo marzo-luglio 2020, di cui più della metà è attribuibile all’infezione da coronavirus Sars-Cov-2. “Covid-19 – si legge nello studio – è stata documentata come causa di decesso nel 67% di queste morti in eccesso, con alcuni Stati hanno avuto maggiori difficoltà nel contenere la diffusione del virus nella comunità, causando un aumento della mortalità che si è protratto fino all’estate”.

Mortalità, +20% negli Usa: "Più della metà causata da Covid-19"

Nello specifico, nel periodo compreso tra il 1° marzo e il 1° agosto sono stati registrati 1.336.561 decessi negli Usa, in crescita del 20% rispetto a 1.111.031 decessi attesi. Dei 255.530 morti in eccesso, 150.541 (67%) sono stati causati da Covid-19 con un tasso di mortalità più elevato negli stati di New York, New Jersey, Massachusetts, Louisiana, Arizona, Mississippi, Maryland, Delaware, Rhode Island e Michigan. “L’aumento delle morti assolute in questi Stati  – spiegano i ricercatori – variava dal 22% dello Stato di Rhode Island e del Michigan fino al 65% di New York. I tre Stati con tassi di mortalità più elevati (New Jersey, New York e Massachusetts) hanno rappresentato il 30% delle morti in eccesso negli Stati Uniti”.

Oltre alla stima delle morti in eccesso, gli studiosi hanno anche esplorato la relazione temporale tra i tassi di mortalità e le misure di lockdown, osservando che “gli Stati colpiti più duramente nel mese di aprile (chiusi e riaperti in seguito) hanno avuto epidemie più brevi, con dati che nel mese di maggio sono tornati ai valori di riferimento”. Al contrario, gli Stati che hanno riaperto le attività in anticipo “hanno registrato un aumento dei decessi più prolungati, che si è protratto fino all’estate”.

L’analisi ha inoltre rivelato un aumento dei decessi per cause diverse da Covid-19. Una crescita che ha raggiunto significatività statistica per la mortalità dovuta a malattie cardiache e deficit cognitivi come il morbo di Alzheimer e la demenza, i cui tassi sono aumentati notevolmente negli Stati con maggiore numero di morti per infezione da coronavirus. “Un numero eccessivo di morti attribuibile a cause diverse da Covid-19 – presumono gli autori – potrebbe riflettere i decessi per infezione da coronavirus non riconosciuta o non documentata oppure i decessi tra pazienti non infetti derivanti dalle interruzioni prodotte dalla pandemia”.

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