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La mascherina riduce di 7 volte la nuvola di particelle di coronavirus prodotta dalla tosse

Indossare una mascherina chirurgica ha ridotto di sette volte il volume delle nuvole di particelle di un colpo di tosse. Le mascherine N95 di 23 volte. I primi 5-8 secondi dopo l’inizio del colpo di tosse cruciali per sospendere le goccioline respiratorie.
A cura di Valeria Aiello
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Usare la mascherina, coprendo completamente naso e bocca, riduce il volume di particelle di coronavirus che possono essere prodotte da un colpo di tosse. Lo indica lo studio di due ricercatori dell’Istituto indiano di Tecnologie di Mumbai, Amit Agrawal e Rajneesh Bhardwaj, autori del lavoro pubblicato sulla rivista Physics of Fluids sull’evoluzione delle nuvole di tosse e su come i diversi tipi di mascherina possono controllare la diffusione del virus in un ambiente chiuso.

La tosse di un soggetto positivo a Covid-19 contamina un grande volume di aria a causa del trascinamento dell’aria circostante nel flusso provocato dalla tosse – spiegano i due studiosi – . Stimare questo volume può aiutarci a progettare misure di prevenzione più efficaci negli spazi chiusi e, di conseguenza, ridurre la diffusione della malattia”.

I due ricercatori hanno osservato che indossare una mascherina chirurgica può ridurre di sette volte il volume della nuvola di tosse così come indossare una mascherina N95 può ridurre questo volume di 23 volte rispetto alla nuvola provocata dalla tosse senza alcun dispositivo di protezione respiratoria. “La nostra analisi – spiegano gli autori dello studio – suggerisce che i primi 5 -8 secondi dopo l’inizio del colpo di tosse sono cruciali per sospendere le goccioline espirate nell’aria. Indossare una mascherina riduce drasticamente la distanza percorsa dalla nuvola, come accade per la tosse nel gomito o l’uso del fazzoletto, quindi le possibilità di dispersione del virus”.

Con una mascherina N95, i ricercatori hanno inoltre calcolato che la riduzione della distanza percorsa dalla nuvola limita non solo il numero di goccioline respiratorie espulse ma anche la quantità di aria prodotta dalla persona, indicando che l’evoluzione del volume della nuvola è risultata indipendente dalla sua velocità iniziale con una dipendenza cubica dalla distanza percorsa.

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