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La Luna ‘incostante’ di Shakespeare confonde gli scienziati: quanto è luminosa?

La misurazione della luminosità della Luna è fondamentale per calibrare le telecamere dei satelliti, ma il processo è complesso e non privo di margini d’errore. Per questa ragione i ricercatori del NIST stanno mettendo a punto un nuovo telescopio per calcolarla con maggiore precisione.
A cura di Andrea Centini
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La Luna ‘incostante' di Shakespeare sta confondendo i ricercatori, impegnati da tempo nel complesso calcolo della sua luminosità. La luce riflessa della Luna è infatti fondamentale per calibrare le telecamere equipaggiate sui satelliti, ma essendo variabile è molto difficile da misurare e comporta sensibili errori di precisione sugli strumenti. Per questa ragione gli ingegneri del NIST (National Institute of Standards and Technology) stanno mettendo a punto un nuovo metodo di misurazione in grado di superare gli ostacoli incontrati sino ad oggi.

Le telecamere dei satelliti, del resto, vengono sfruttate per molteplici e sensibili compiti, come l'analisi di modelli atmosferici, valutazioni sullo stato di salute dei raccolti, misurazione degli incendi, verifica della proliferazione di alghe nocive e moltissimo altro ancora. Ampi margini di errore non sono dunque accettabili.

Nonostante i limiti, la luce riflessa della Luna resta la più idonea per questo tipo di calibrazioni; essa è infatti più uniforme di quella della Terra, disturbata dall'atmosfera e dalla superficie diversificata. Per superare l'annoso problema della variabilità luminosa della Luna, che ha un ciclo di venti anni, i ricercatori del NIST stanno sviluppando un piccolo telescopio di 150 millimetri in grado catturare tutta la sua radiazione luminosa, dall'ultravioletto al visibile, sfruttando uno specchio composto da un materiale chiamato fluoruro di calcio.

Prima di essere puntato verso la Luna, anche questo strumento deve essere calibrato a sua volta, per questo i ricercatori hanno progettato due lampade speciali per ‘sintonizzarlo', una che emette luce a banda larga e una a banda corta. Al momento il sistema è in fase di test al quartier generale del NIST, ma nel 2018 verrà trasferito all'Osservatorio Mauna Loa nelle Hawaii, dove effettuerà misurazioni della luce della Luna dai 3 ai 5 anni. I dati raccolti saranno utilizzati per calibrare le telecamere delle prossime generazioni di satelliti, e il margine d'errore dovrebbe scendere da alcuni punti percentuali a meno dell'1 percento.

[Credit: Andrea Centini]

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