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L’uomo era apicoltore già 9.000 anni fa

Antichissime tracce chimiche di miele e cera sono state scoperte su frammenti di ceramica provenienti dall’Europa e dal Medio Oriente.
A cura di Nadia Vitali
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Anche i coltivatori del neolitico europei e mediorientali, dopo una giornata di fatica, probabilmente amavano concedersi un dolcetto: e quale miglior "pasticciere" naturale delle fide api? A quanto pare, infatti, il miele era già utilizzato almeno 9.000 anni fa per addolcire gli alimenti e il palato; e non si può escludere che venisse utilizzato anche nell'ambito medico o nella religione cerimoniale.

Le tracce dell'apicoltura

Il legame tra uomini e api è estremamente antico e fondamentale base della civiltà, così come l'allevamento degli altri animali e l'agricoltura (ad esso Virgilio dedicò anche il IV libro delle Georgiche). Lo dimostrano alcune pitture rupestri dell'area sub-sahariana, nonché un grumo di cera risalente a 40.000 anni fa, ritrovato nella Border Cave, in Sudafrica, forse utilizzato per legare la pietra al legno, con l'intento di realizzare un'arma.

Ma è il recente studio di un gruppo di ricercatori guidati da Mélanie Roffet-Salque e Richard Evershed dell'università di Bristol a costituire la prima, forte prova del fatto che le civiltà di agricoltori del Neolitico facessero largo uso di prodotti derivati dall'ape europea (Apis mellifera). Un lavoro durato anni, che ha portato i ricercatori a cercare tracce di cera d'api in oltre 6.400 cocci di argilla, di provenienza euroasiatica, distribuiti in più di 150 siti e con un'età compresa tra 9.000 e 4.000 anni fa; in alcuni tra questi contenitori, in passato, gli stessi studiosi avevano già individuato residui di grassi di carne e latticini.

Diffusione dell'allevamento delle api

Le tracce attribuibili ai prodotti delle api nella ceramica del neolitico si sono rivelate relativamente poco comuni ma ampiamente diffuse dal punto di vista geografico: dall'Anatolia alla Bretagna, dalla Danimarca ai Balcani, fino a manufatti risalenti a 7000 anni fa e ritrovati in Algeria, l'uomo ha lasciato la firma del suo sodalizio con questi piccoli ed utilissimi insetti. La più antica testimonianza in assoluto è stata riscontrata in un sito chiamato Çatalhöyük, in Turchia, in un vaso per portare la cera vecchio di 9.000 anni; su una parete del sito, un motivo dipinto dagli abitanti proprio a nido d'ape.

Questa diffusione tanto ampia tra i diversi gruppi umani consente di stabilire che la domesticazione delle api deve essere qualcosa di risalente al periodo in cui l'uomo iniziò ad allevare bestiame, maiali ed altri animali; sicuramente, però, il clima fu un forte limite per le api, sia allevate sia selvatiche, tant'è che le ceramiche irlandesi, scozzesi e della Scandinavia settentrionale non hanno restituito alcun segno di cera o miele.

Una nuova cronologia

Ad oggi, la fonte più certa per stabilire la data di nascita dell'apicoltura era costituita principalmente da alcuni dipinti parietali egiziani: questo studio, invece, «fornisce la prima, inequivocabile prova, basata esclusivamente su una impronta chimica per la distribuzione paleo-ecologica di un animale importante dal punto di vista culturale ed economico. Esso mostra la diffusione dello sfruttamento delle api da parte dei primi agricoltori e porta indietro la cronologia relativa all'associazione tra uomini ed api» ha sottolineato il professor Evershed.

I dettagli del lavoro sono stati illustrati in un articolo pubblicato da Nature.

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