L-Prolina, ecco il motore delle cellule staminali
Una ricerca tutta italiana i cui risultati chiariscono alcuni fondamentali meccanismi della complessità del nostro organismo e che, forse in futuro, potrebbe aprire nuovi orizzonti nell'ambito dell'approccio terapeutico ad alcune patologie tumorali: è quella portata avanti dagli scienziati dell'Istituto di genetica e biofisica intitolato ad Adriano Buzzati Traverso (IGB-Cnr) di Napoli e dell'Istituto per le applicazioni del calcolo “Mauro Picone” (IAC-Cnr) di Roma, in collaborazione con l'Institute of Molecular Oncology Foundation (Ifom) di Milano. Lo studio è stato reso noto in un paper pubblicato da Stem Cell Reports.
Gli studiosi italiani hanno identificato una molecola, chiamata L-Prolina, come responsabile dei mutamenti nel comportamento delle cellule staminali pluripotenti: in sostanza questo amminoacido, uno dei tanti "mattoni" che costituiscono le proteine cellulari, conferisce alle cellule la capacità di muoversi e di invadere i tessuti. Il risultato che ottiene tale "motore" delle staminali è l'insorgere delle metastasi tumorali.
In particolare, il lavoro ha evidenziato come tale fenomeno non sarebbe riconducibile ad alterazioni genetiche o a fattori di crescita: L-Prolina, infatti, ha la proprietà di modificare l'espressione genica, senza tuttavia alterare o mutare la sequenza del DNA delle singole cellule. Nello specifico, l'amminoacido è in grado di causare specifici cambiamenti epigenetici che influiscono sull'espressione dei geni, determinando così la motilità e, conseguentemente, l'invasività verso i tessuti: ecco perché è stato ribattezzato dagli stessi ricercatori il "motore" delle staminali.
È stato osservato come L-Prolina inneschi nelle cellule staminali pluripotenti un processo di transizione epitelio-mesenchimale, fenomeno simile a quello che promuove la formazione tumorale, dando origine alla diffusione tumorale. Tale transizione viene regolata dal micro-ambiente delle cellule, in particolare dal collagene presente nella matrice extracellulare: la degradazione di tale matrice durante la crescita della neoplasia libera la L-Prolina. Ciò ha fatto ben supporre ai ricercatori che tale proteina intervenisse sulla regolazione della motilità e della invasività delle cellule, con le gravi conseguenze in termini di sviluppo di metastasi.
«Il fatto che un aminoacido sia in grado di modificare il profilo epigenetico di una cellula staminale e trasformare profondamente il suo comportamento è una scoperta entusiasmante e, anche se non ha ricadute terapeutiche immediate, apre nuove prospettive per la comprensione dei meccanismi che sono alla base della progressione tumorale» hanno concluso Gabriella Minchiotti e Maria Rosaria Matarazzo, principali autrici della ricerca.