L’Italia scommette sul grafene
L'Europa ci ha sempre creduto, perché il grafene non è stato soltanto il prodotto di una ricerca destinata a restare nei laboratori e a far aggiudicare il nobel per la fisica ai suoi inventori, Andre Geim e Konstantin Novoselov, nel 2010. E' il materiale prodigioso di cui periodicamente si coprono nuove virtù e che è destinato a rivoluzionare la vita di tutti noi da qui a pochi anni. E' su queste potenzialità che è nato il Graphene Flagship Project, un consorzio che unisce enti ed imprese di 23 paesi diversi e che di anno in anno diventa sempre più esteso, più ricco di competenze e di risorse. I 74 quattro partner del consorzio sono quasi raddoppiati diventando, come annunciato dalla Commissione europea, ben 140.
L'Italia gioca un ruolo di primo piano, poiché proviene dal Belpaese la maggior parte dei partner che è coordinata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Aderiscono al consorzio 23 italiani, altrettanti tedeschi, 18 spagnoli, 17 britannici e 13 francesi. Più di un terzo dei soggetti che partecipano al progetto è rappresentato da privati, il che, secondo quanto dichiarato dalla Commissione europea, è "la dimostrazione del crescente interesse degli operatori economici per il grafene, mentre il rapporto iniziale delle imprese nel consorzio era del 20%". Grazie al miliardo investito all'inizio dell'avventura del Graphene Flagship Project, il consorzio, precisa ancora l'organo Ue "sarà in grado di trasformare la ricerca scientifica d'avanguardia in prodotti commercializzabili. Questa importante iniziativa pone l'Europa in prima linea nella corsa mondiale allo sviluppo di tecnologie al grafene".
Ma a cosa serve il grafene? E' una domanda a cui è possibile dare una risposta solo parziale, dal momento che, come anticipato, gli studiosi ne stanno trovando di volta in volta applicazioni sempre nuove. Sono certe, invece, le qualità di questo prodigioso materiale: estremamente sottile, trasparente, resistente mille volte più dell'acciaio, tra i più leggeri mai sperimentati, ottimo conduttore di elettricità e resistente a temperature e variazioni di Ph. Dove e per cosa utilizzarlo, dunque? Potenzialmente ovunque, perché, precisa ancora Bruxelles, questo materiale può "migliorare radicalmente la nostra vita: promuove nuove tecnologie mediche, come le retine artificiali, e mezzi di trasporto più sostenibili muniti di batterie leggere e ultraefficienti".