L’invecchiamento è una cosa seria, ma non è una malattia da curare
Gli studi riguardo a un nuovo composto denominato SkQ1 sono stati esposti durante un meeting i cui atti sono stati pubblicati sulla rivista Aging. Rappresentano certamente un passo avanti molto interessante negli studi sull'anti-aging, ovvero sulle ricerche riguardanti il rallentamento dell'invecchiamento. Non si tratta di ricerche riducibili meramente allo stesso livello della chirurgia estetica, interessano anche vari ambiti della medicina, la ricerca sulle malattie che si manifestano maggiormente in tarda età e persino i viaggi spaziali, visto che le future missioni costringeranno gli astronauti a stare in condizioni estreme per lunghi periodi di tempo, con conseguenti deterioramenti del proprio fisico, sia a livello muscolare che osseo, insomma, lo spazio fa invecchiare gli astronauti.
Qual è la vera portata dei recenti studi?
Si tratta di ricerche di non poco conto, condotte prevalentemente dall'università di Stoccolma e dalla Lomonosov di Mosca. Il problema è che quando questi risultati vengono divulgati, da un lato si dà per scontato che si sappia cosa sia l'anti-aging, dall'altro si associa questo termine con la ricerca di presunti elisir dell'eterna giovinezza. Ci basti pensare che questi recenti studi, condotti sul composto SkQ1, sono orientati sulle sue proprietà antiossidanti. A questo punto è doveroso fare le prime precisazioni (a parte il fatto che si tratterebbe di rallentare e non arrestare l'invecchiamento), come ci spiega il divulgatore di biomedicina per EduTube Italia Gaetano Pezzicoli:
La vita di un essere umano ha molte più variabili ambientali di quelle di un topo di laboratorio. Però è una splendida idea. Non é una cosa nuovissima, dato che si fa un sacco di ricerca sulle varianti del coenzima Q. Ma é un ottimo punto da colpire per ridurre la produzione di radicali liberi. Va comunque detto che ridurre i radicali non significa bloccare l'invecchiamento, perché vi concorrono anche altri fattori.
Ancora lontana l'applicazione sulle persone. A queste precisazioni occorre anche aggiungere il fatto che gli studi in questione riguardano topi di laboratorio, ingegnerizzati in modo tale che invecchiassero in tempi estremamente ridotti. Si tratta dunque di studi condotti in condizioni controllate che non rappresentano quelle normali. Questo significa che prima di parlare di "elisir anti-aging" dovremmo aspettare ancora tanto tempo, sempre che le fasi successive delle sperimentazioni ottengano risultati positivi.
Anti-aging e bufale alimentari
Non mancano critiche e polemiche in vari ambiti, soprattutto ci si chiede se si possa considerare l'invecchiamento una sorta di malattia da curare. Ed è qui che false speranze e bufale si intrecciano, comprese quelle alimentari. Un po' come nel caso delle diete anti-tumorali, le quali molto spesso si intrecciano con la questione dell'anti-aging.
Un esempio lampante è quello del super-pomodoro anti-aging. Questa fake-news continua a diffondersi in Rete tutt'oggi, nonostante sia stata già abbondantemente smentita. Le parole chiave sono sempre le stesse: "anti-ossidante" e "licopene", si tratta di una storia che va avanti almeno dal 2011, con tanto di complicità anche da parte di certe aziende alimentari. Tuttavia l'Ente europeo per la sicurezza alimentare (Efsa), non ha mai riscontrato studi sufficienti che dimostrino queste proprietà. Si può parlare al massimo di studi "osservazionali".
Anti-aging della vita quotidiana. Per il momento se vogliamo ottenere un rallentamento dell'invecchiamento – a prescindere dal fatto che prima o poi toccherà a tutti – dovremo rassegnarci all'attività fisica regolare, avere cura di alimentarci in maniera equilibrata e sana, e tante altre raccomandazioni banali che fino ad oggi hanno dimostrato una certa efficacia.