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L’interruttore ‘Vasco’ e la vita ‘spericolata’: porta a gioco d’azzardo e ipersessualità

Il nostro cervello ci dice se sappiamo o no resistere alle tentazioni dei comportamenti compulsivi come gioco d’azzardo o ipersessualità: la risposta è nella zona ‘Vasco’.
A cura di Zeina Ayache
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Nel cervello c'è una struttura in grado di controllare il nostro livello di ‘spericolatezza', ribettezzata ironicamente ‘Vasco' in onore del brano del cantante italiano, che ci influenza nelle scelte economiche. In pratica, secondo i ricercatori, questa struttura è responsabile della difficoltà a controllare gli impulsi tipica delle persone che soffrono di shopping compulsivo, ipersessualità o gioco d'azzardo.

Lo studio. La ricerca è partita con la volontà di comprendere i meccanismi neuronali dello sviluppo, in pazienti con Morbo di Parkinson, di disturbi del controllo degli impulsi. Per capirne di più gli esperti hanno analizzato “l’attività cerebrale di pazienti affetti da malattia di Parkinson, con o senza dipendenza da gioco d’azzardo, posti davanti a una scelta tra decisioni ad alto e basso rischio”, spiegano. Nello specifico ad essere analizzata è l'attività del nucleo subtalamico, ribattezzato appunto ‘Vasco', che, nel momento della scelta dei volontari si comportava diversamente a seconda delle persone: in pratica modula “la tendenza al rischio ed è possibile che la sua funzione non si limiti alle decisioni economiche ma riguardi, più in generale, l’equilibrio fra gli impulsi istintivi e le scelte razionali”. I ricercatori sono riusciti a comprendere se i pazienti sarebbero riusciti a resistere all'attrazione per il rischio o no osservando appunto l'attività del cervello.

A cosa serve. Scoprire che nel nostro cervello c'è un'area che influenza la nostra capacità di gestire gli impulsi è fondamentale per permettere ai ricercatori di comprendere come intervenire su persone dipendenti da gioco d'azzardo, ipersessualità o shopping compulsivo che sono deleterie per la vita quotidiana. Insomma, un domani forse si potrà intervenire su quest'area per mettere un freno a questo comportamenti patologici.

Chi ha realizzato lo studio. La ricerca è stata condotta da scienziati dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, del Centro di Ricerca Aldo Ravelli dell’Università di Milano presso l’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano e dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne.

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