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L’esopianeta appena nato di una giovane stella

Il giovanissimo pianeta alieno si chiama K2-33 b ed è stato osservato grazie ai telescopi Kepler e Keck.
A cura di Nadia Vitali
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Il sistema K2-33 a confronto con il nostro (NASA/JPL-Caltech)
Il sistema K2-33 a confronto con il nostro (NASA/JPL-Caltech)

Il processo di formazione di un pianeta è qualcosa di tumultuoso, complesso e in parte avvolto nel mistero: questo perché gli studi degli astronomi possono basarsi principalmente sugli oggetti osservati che, per lo più, sono esopianeti di mezza età, ossia con già miliardi di anni di esperienze alle spalle. Questo significa cercare di comprendere aspetti relativi alla loro nascita procedendo come se, osservando esclusivamente un adulto, si cercasse di comprendere il passaggio dalla fase neo-natale, all'infanzia fino all'adolescenza: possibile ma difficile. Fortunatamente, però, di tanto in tanto può capitare di incappare in oggetti come K2-33 b, un esopianeta che ha un'età compresa tra 5 e 10 miliardi di anni: praticamente un bambino.

K22-33 b, il pianeta bambino

Si tratta del più giovane esopianeta perfettamente formato mai scoperto. A riceverne i primi “segnali” è stato il telescopio spaziale NASA Kepler, durante la missione K2, rilevando una periodica attenuazione della luce emessa dalla stella madre, K2-33. Le osservazioni effettuate dal W. M. Keck Observatory delle Hawaii hanno confermato che è proprio un pianeta a causare il fenomeno. I dettagli della scoperta sono stati resi noti attraverso un paper pubblicato da Nature.

Se paragonato alla nostra Terra, che con i suoi 4.5 miliardi di anni è come un essere umano di 45 anni, il pianeta K2-33 b è praticamente un bambino di poche settimane: poter guardare a questo giovanissimo mondo alieno è, quindi, una possibilità eccezionale per comprendere i processi che portano allo sviluppo degli esopianeti e, magari, all'origine della vita. Come abbiamo già detto, infatti, K2-33 b è pienamente formato ma ciò non esclude che possa ancora evolversi lungo il tempo.

Rappresentazione artistica di K2-33 e del pianeta K2-33 b (NASA/JPL-Caltech)
Rappresentazione artistica di K2-33 e del pianeta K2-33 b (NASA/JPL-Caltech)

Da disco protoplanetario a gigante gassoso

Quando le stelle si formano, sono circondate da dense regioni di gas e polveri che costituiscono il cosiddetto disco protoplanetario: nel giro di pochi milioni di anni, questo disco si dissipa dando origine così ai pianeti. Attorno alla stella madre di K22-33 b resta veramente poco materiale, come ha avuto modo di rilevare il telescopio NASA Spitzer, il che indica che ci troviamo verso le fasi finali.

K2-33 b è un pianeta piuttosto grande, con una taglia pari a circa sei volte quella terrestre. Simile ai giganti gassosi che si trovano nel Sistema Solare, si presenta però estremamente differente per un aspetto fondamentale: questi pianeti, nel nostro sistema, orbitano molto lontani dal Sole, mentre K2-33 b si trova talmente vicino alla propria stella madre (20 volte più vicino della Terra al Sole) da portare a compimento la propria orbita in circa cinque giorni.

Nato lontano o nato vicino?

Ma questo giovane esopianeta si è formato lì, in prossimità della sua stella, oppure, come suggerisce la teoria della migrazione dei pianeti, più lontano per poi avvicinarsi, oltretutto molto in fretta considerata la sua giovane età? Su questo resta aperto il dibattito, dato che non si può ancora escludere del tutto che K2-33 b sia nato già vicino.

Del resto, sottolineano i ricercatori, negli ultimi vent'anni ci si è resi conto che la natura può produrre una tale strabiliante diversità di pianeti che è ragionevole pensare che anche questo oggetto sarà destinato a dare nuove e interessanti informazioni.

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