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Kepler, abbiamo un problema: il satellite è in modalità di emergenza

Anomalia dalle cause sconosciute per il cacciatore di esopianeti.
A cura di Nadia Vitali
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Rappresentazione artistica di Kepler
Rappresentazione artistica di Kepler

Aggiornamento ore 18:50 – Dall'Agenzia Spaziale Americana fanno sapere gli ingegneri che lavorano alla missione sono riusciti a far rientrare pienamente il problema e che Kepler non si trova più in modalità di emergenza. Il satellite spaziale si è ripreso e si è mostrato stabile il che lascia ben sperare per il proseguimento della missione K2.

Proprio una sorpresa che non ci voleva: durante un contatto previsto lo scorso 7 aprile, gli ingegneri della NASA hanno scoperto che il telescopio spaziale Kepler è entrato in modalità di emergenza (EM).

Quale sia l'anomalia che ha determinato ciò non è ancora chiaro: quel che è certo è che Kepler si trova, attualmente, in una configurazione che prevede la più bassa operatività ma con un elevato consumo di carburante. Alla NASA stanno lavorando con la massima priorità per cercare di capire cosa è accaduto e come si può risolvere.

L'ultimo contatto con il satellite aveva avuto luogo lo scorso 4 aprile e aveva confermato che tutto era in regola e che il cacciatore di esopianeti era in ottime condizioni di salute. Il problema deve essere sorto poco prima che Kepler iniziasse la sua manovra che avrebbe dovuto portarlo a girarsi per puntare verso il centro della Via Lattea e dare avvio ad una nuova campagna di osservazione planetaria nell'ambito della missione K2.

Dopo aver completato la prima parte della sua missione nel 2012, scovando quasi 5.000 esopianeti dei quali oltre un migliaio sono stati confermati, dal 2014 Kepler ha continuato la sua attività con una nuova missione, chiamata K2. In questa missione estesa, continua la ricerca degli esopianeti ma nuove opportunità di ricerca sono state inserite per studiare anche giovani stelle, supernovae ed altri oggetti astronomici.

La ragguardevole distanza alla quale si trova il satellite, circa 120 milioni di chilometri, rende piuttosto lenta e complicata la comunicazione: per intenderci, anche viaggiando i segnali alla velocità della luce, ci vogliono 13 minuti per andare verso il veicolo spaziale e tornare indietro. Quindi, per il momento, dalla NASA spiegano soltanto che ci sarà da attendere gli aggiornamenti in tempo reale.

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