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Italiani sempre più depressi, ma solo 1 su 3 si cura: perché la depressione è un’epidemia?

In Italia la depressione colpisce quattro milioni di persone, ma solo una su tre chiede aiuto. Ecco perché il disturbo dell’umore e considerato un’epidemia.
A cura di Zeina Ayache
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Il disturbo depressivo maggiore (MDD), conosciuto più generalmente con il termine depressione, è un disturbo dell'umore caratterizzato da perdita di interesse, bassa autostima e disturbi del sonno. Ad esserne colpiti, in Italia, sono circa quattro milioni di persone, in Europa il numero cresce a 30 milioni e nel mondo raggiunge i 350 milioni. Considerata un'epidemia per la dimensione che ha assunto in questi anni, la depressione rappresenta non solo un ostacolo alla vita quotidiana per l'individuo che ne soffre, ma anche un problema per la società. Questo è ciò che sostiene Claudio Mencacci, presidente Sip (Società italiana di Psichiatria), secondo il quale la depressione che si insinua in un paziente lo porta ad assentarsi dal lavoro influenzando negativamente la produttività aziendale.

Le principali ‘vittime' di questo disturbo dell'umore non sono gli anziani, ma i più giovani, uomini e donne che lavorano e che subiscono lo stress del quotidiano. In particolare ad esserne colpiti sono coloro che vivono nelle aeree urbane, sembrerebbe infatti che in questi contesti alcuni motivi supplementari incrementino il rischio di disturbare l'umore: gli stimoli luminosi e sonori, così come stili di vita meno salubri che vanno, a loro volta, a stimolare i disturbi del sonno.

Il vero problema della depressione però, a quanto pare, non sarebbe tanto il disturbo in sé, quando l'assenza di cura. Nel nostro Paese solo una persone su tre chiede aiuto ad uno specialista, ma perché? Le motivazioni potrebbero essere culturali, quindi l'ansia del giudizio degli altri, la paura di venire isolati socialmente o di non essere compresi da amici e parenti. In altri casi invece i pazienti potrebbero non riconoscere sintomi della depressione.

Cosa fare dunque? I medici consigliano di non aver timore di chiedere un consiglio agli esperti e di non sottovalutare sintomi come tristezza, ansia, insonnia, perdita di motivazione e tendenza all'isolamento (per citarne alcuni) protratti nel tempo. Insomma, preoccuparsi sì, ma senza esagerare.

[Foto copertina di Wokandapix]

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