Italia nella top-5 per aspettativa di vita dei bambini nati nel 2012
In Italia si vive a lungo e a dirlo è l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Secondo le Statistiche Sanitarie Mondiali 2014 chi è nato in Italia nel 2012 ha un'aspettativa di vita di 80,2 anni se maschio, di 85 se femmina, contro una media mondiale di 73 e 68 anni. Si tratta di un risultato positivo non solo per il nostro paese, ma anche a livello internazionale, dato che nel 1990 l'aspettativa di vita era più bassa di sei anni. Gli incrementi maggiori si registrano in Africa, dove si calcolano anche miglioramenti di venti anni o poco meno. E' il caso di Liberia (da 42 anni nel 1990 a 62 anni nel 2012), Etiopia (da 45 a 64 anni), Maldive (da 58 a 77 anni), Cambogia (da 54 a 72 anni), Timor-Leste (da 50 a 68 anni) e Ruanda (da 48 a 65 anni). Di seguito i dieci paesi in cui si vive di più:
Aspettativa di vita dei maschi nati nel 2012
- Islanda 81,2
- Svizzera 80,7
- Australia 80,5
- Israele 80,2
- Singapore 80,2 5 Italia 85
- Nuova Zelanda 80,2
- Italia 80,2
- Giappone 80
- Svezia 80
- Lussemburgo 79,7
Aspettativa di vita delle femmine nate nel 2012
- Giappone 87
- Spagna 85,1
- Svizzera 85,1
- Singapore 85,1
- Italia 85
- Francia 84,9
- Australia 84,6
- Rep. di Corea 84,6
- Lussemburgo 84,1
- Portogallo 84
Un risultato incoraggiante ottenuto soprattutto grazie alla lotta alla mortalità infantile che proprio in Africa conta il maggior numero di vittime. Eppure, osserva la dr.ssa Margaret Chan, Direttore Generale dell’OMS, "esiste ancora un divario profondo tra ricchi e poveri: le persone che vivono in paesi ad alto reddito continuano ad avere possibilità molto maggiori di vivere più a lungo delle persone che vivono nei paesi a basso reddito". Basti dire che in nove paesi – tutti africani (Angola, Repubblica Centrafricana, Ciad, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Lesotho, Mozambico, Nigeria e Sierra Leone) – l'aspettativa di vita di uomini e donne è inferiore ai 55 anni. Contestualmente, proprio in Africa si registra un vertiginoso aumento dei bambini in sovrappeso o obesi: se ne contano 10 milioni sui 44 mondiali.
Nei paesi ad alto reddito a fare la differenza sono i successi ottenuti nella lotta alle malattie non trasmissibili: "meno uomini e donne – osserva il dottor Ties Boerma, Direttore del Dipartimento di Statistiche sanitarie e sistemi informativi dell’OMS – muoiono prima di arrivare al loro sessantesimo compleanno a causa di malattie cardiache e ictus. I paesi più ricchi hanno migliorato le proprie capacità di monitoraggio e gestione di malattie come l’ipertensione, ad esempio".