Israele somministra il vaccino Covid a 600 bambini: “Nessun effetto collaterale grave”
Centinaia di bambini israeliani di età compresa tra i 12 e i 16 anni hanno ricevuto il vaccino di Pfizer / BionTech al di fuori della sperimentazione clinica “senza effetti collaterali gravi”. Lo ha dichiarato un alto funzionario di Israele a The Guardian, riportando che la vaccinazione potrebbe essere considerata sicura per i minori prima di conoscere i risultati dei trial clinici in corso. “Finora abbiamo immunizzato circa 600 bambini – ha detto Boaz Lev, capo della task force sui vaccini – . Non abbiamo riscontrato effetti collaterali importanti. Anche quelli minori sono stati piuttosto rari, questo è incoraggiante”. Gli adolescenti che sono stati vaccinati in Israele avevano tutti fattori di rischio noti – tra cui la fibrosi cistica, una malattia genetica che colpisce principalmente i polmoni – in linea con quando deciso dal Ministero della Salute israeliano che ha raccomandato di vaccinare anche i ragazzi tra i 12 e i 16 anni che soffrono di specifiche patologie, tra cui obesità, diabete, gravi malattie polmonari e cardiache, disturbi da immunodeficienza e cancro.
Una decisione, quella di estendere la vaccinazione a questa fascia di età che, come detto, non è ancora supportata dai dati dei trial nell’età pediatrica. Per il vaccino di Pfizer, gli studi clinici sono stati avviati alla fine dello scorso anno nella fascia di età 12-15 anni, così come per il vaccino di Moderna nella fascia di età 12-18 anni. Anche l’Università di Oxford, che attraverso il Jenner Institute ha sviluppato il vaccino prodotto da Astrazeneca, ha recentemente annunciato una sperimentazione negli adolescenti (12-17 anni) per poi passare alla fascia di età 6-11 anni. I primi dati dovrebbero arrivare entro l’estate, dunque serviranno ancora alcuni mesi per avere i risultati di sicurezza ed efficacia necessari per presentare domanda di autorizzazione all’uso di emergenza alla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti e richiesta agli enti regolatori in Europa (EMA) e negli altri Paesi.
In Israele, dove più della metà della popolazione ha già ricevuto almeno una dose di vaccino, le autorità sanitarie prevedono che il 60% della popolazione sarà completamente vaccinata entro poche settimane. A questa percentuale è stata associata la soglia minima ipotizzata per il raggiungimento dell’immunità di gregge, ovvero il livello di copertura vaccinale sufficiente a considerare al sicuro anche le persone non vaccinate. Tuttavia, con il progredire della pandemia e l’emergere delle nuove varianti più trasmissibili, gli esperti hanno evidenziato che potrebbe essere necessario arrivare a un’immunizzazione superiore all’80-90% della popolazione, un tasso che in Israele, un piccolo Paese di 9 milioni di abitanti di cui un quarto con meno di 16 anni, può essere raggiunto solo estendendo la vaccinazione a bambini e adolescenti.
Secondo il primo ministro Benjamin Netanyahu, l’immunizzazione degli adulti sarà completata entro l’inizio di aprile. “Allora, inizieranno ad arrivare i vaccini per bambini” ha detto Netanyahu a un quotidiano locale, Israel Hayom . “Presumo che [i regolatori] li approveranno tra aprile e maggio e li avremo subito dopo”. Diversi scienziati hanno però frenato gli entusiasmi, sostenendo che le vaccinazioni dovrebbero essere viste come un metodo per ridurre i ricoveri e i decessi per Covid-19 e non in funzione del raggiungimento dell’immunità di gregge, considerando inoltre che un tale obiettivo potrebbe non essere più raggiungibile per l’emergere delle varianti resistenti, come quella sudafricana.