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Ippopotamo cannibale in Africa fotografato mentre mangia un suo simile

Un biologo ha fotografato un ippopotamo intento a cibarsi della carcassa di un suo simile. Per quanto erbivoro, non è la prima volta che un ippopotamo è stato visto nutrirsi di carne, anche di esemplari appartenenti alla sua stessa specie.
A cura di Zeina Ayache
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Fotografato ippopotamo cannibale
Fotografato ippopotamo cannibale

Le fotografie scattate dal biologo Leejiah Jonathan Dorward ritraggono un ippopotamo intento a mangiare un suo simile morto.

Cannibalismo tra ippopotami

L'ippopotamo si nutre di un suo simile
L'ippopotamo si nutre di un suo simile

[Foto di Leejiah Jonathan Dorward]

L'immagine ha sorpreso lo scienziato sia perché l'ippopotamo è un erbivoro, sia perché la carne di cui si stava nutrendo era di un suo simile. Lo studente dell'Imperial College London, ritornato nel suo paese, ha pubblicato sulla rivista African Journal of Ecology il racconto della sua esperienza, cercando di analizzarne i fatti, per comprenderne le motivazioni.

Racconti dal passato

Gli ippopotami sono erbivori
Gli ippopotami sono erbivori

[Foto di Leejiah Jonathan Dorward]

Doward ha così scoperto di non essere stato l'unico ad aver assistito ad una scena simile, prima di lui, nel 1995, il dott. Dudley ha raccontato di aver visto un ippopotamo dell'Hwange Nation Park dello Zimbabwe, uccidere un impala, i cui resti sono stati poi divisi tra i dieci ippopotami presenti. Nel 1999 invece il dott. Eltringham ha riportato il primo avvistamento di un atto di cannibalismo tra ippopotami avvenuto in Malawi, nello Shire River, dove un esemplare del mammifero è stato filmato e fotografato mentre si nutriva di un suo conspecifico morto.

Spiegazioni possibili

L'inquinamento dell'uomo potrebbe essere una delle spiegazioni al cannibalismo
L'inquinamento dell'uomo potrebbe essere una delle spiegazioni al cannibalismo

Varie sono le ipotesi che tentano di spiegare tali comportamenti. Secondo il dott. Eltringham a spingere gli ippopotami a nutrirsi dei propri simili sarebbe la mancanza di alcuni nutrienti facilmente reperibili nelle carcasse di animali appartenenti alla stessa specie. Per quanto possa essere rischioso questo tipo di alimento, diventa comunque accettabile se paragonato alla morte. L'inquinamento provocato dall'uomo nell'habitat naturale di questi mammiferi (dalla caccia per la carne e l'avorio, fino alla riduzione delle risorse d'acqua a disposizione) infatti li avrebbe condotti in uno stato di disagio psico-fisico tale da scaturire una modifica del loro comportamento, quindi in atti di carnivorismo e cannibalismo.

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