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Infertilità maschile? Ecco il motore magnetico per spermatozoi pigri

I ricercatori dell’American Chemical Society spiegano i vantaggi dei nuovi spermatozoi che, “motorizzati magneticamente”, potranno raggiungere l’utero e dare inizio ad una gravidanza.
A cura di Zeina Ayache
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Non tutti gli spermatozoi riescono a “nuotare” abbastanza bene da riuscire a raggiungere l'obiettivo e questo, si sa, è una delle principali cause di infertilità. Questo limite alla procreazione può essere però superato ad esempio attraverso l'inseminazione artificiale o altre tecniche di fecondazione assistita che non sempre ottengono il risultato sperato. Per superare questo ostacolo, i ricercatori fanno sapere di essere al lavoro per realizzare degli spermatozoi bionici motorizzati che possano muoversi agevolmente fino al punto di arrivo. Lo studio, intitolato “Cellular Cargo Delivery: Toward Assisted Fertilization by Sperm-Carrying Micromotors”, è stato pubblicato su Nano Letters.

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Come spiegato nel video dell'American Chemical Society, l'inseminazione artificiale, che consiste nell'introdurre lo sperma nell'utero della donna grazie all'impiego di una strumentazione specifica, ha un successo inferiore al 30%. La fecondazione in vitro, invece, può essere più efficace, ma implica un lungo processo costoso e complicato: è necessario infatti prelevare con un ago le cellule uova dalle ovaie, fecondarle fuori dal corpo e poi trasferire gli embrioni nell'utero della futura madre o in un surrogato. Entrambe le tecniche però, come dicevamo, non sempre ottengono i risultati sperati.

Per risolvere questo problema, gli scienziati dell'Institute for Integrative Nanosciences di Dresda hanno sviluppato un micromotore, una sorta di microscopica ellisse metallica, larga più della coda, ma meno della testa dello spermatozoo, il cui movimento, che può essere controllato attraverso campi magnetici, può portare a destinazione il seme. Test di laboratorio hanno già dimostrato che il motore sviluppato è in grado di “catturare” lo spermatozoo, portarlo all'uovo da fecondare e rilasciarlo nelle sue immediate vicinanze. Ovviamente sono necessari ulteriori esami, ma siamo sulla buona strada.

[Foto di Institute for Integrative Nanosciences]

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