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Covid 19

In Italia importante scoperta sul meccanismo con cui il Coronavirus attacca le cellule umane

Un nuovo studio scientifico dell’Iit in collaborazione con i ricercatori dell’Università Sapienza di Roma indica il coinvolgimento di un diverso recettore dei tessuti delle alte vie respiratore utilizzato dal Sars-Cov-2 come “seconda via” di ingresso per infettare le cellule degli esseri umani.
A cura di Valeria Aiello
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In giallo le particelle virali del Coronavirus, in blu e viola le strutture della cellula invasa
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Arriva dall’Italia un’importante scoperta sul Coronavirus (qui le ultime notizie e aggiornamenti in tempo reale). Uno studio scientifico, condotto dall’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) in collaborazione con i ricercatori dell’Università Sapienza di Roma, indica una diversa strategia con cui il Sars-Cov-2 attacca le cellule umane oltre a quella già nota che coinvolge il recettore Ace2 e utilizzata anche dal Mers-Cov, un altro ceppo di Coronavirus conosciuto e in grado di infettare gli esseri umani.

Coronavirus, scoperta una "seconda via" di ingresso

La ricerca, al vaglio della comunità scientifica su ArXiv, identifica una nuova interazione tra la proteina virale Spike, la proteina con cui il Sars-Cov-2 aggancia il recettore Ace2, e la membrana cellulare, evidenziando il coinvolgimento di un diversa proteina umana, il recettore dell'acido sialico presente sui tessuti delle alte vie respiratorie. “Abbiamo sviluppato – spiega il prof. Giancarlo Ruocco, direttore del centro Iit di Roma tra gli autori dello studio – un nuovo modello predittivo per capire come le proteine sulla superficie del virus interagiscano con i recettori umani”.

Il metodo ha permesso di analizzare l’interazione della proteina Spike con il recettore Ace2 e valutare la sua capacità di rimanergli legata, indicando un’affinità molto inferiore a quella del virus della SARS, il ceppo all’origine dell’epidemia del 2003.  Un’evidenza che ha spinto i ricercatori a cercare la presenza di un diverso recettore coinvolto. “Abbiamo così scoperto che, per entrare nella cellula, il virus Sars-Cov-2 si serve anche dell’acido sialico, presente nelle alte vie respiratorie e utilizzato anche dal coronavirus responsabile della Mers”. La scoperta apre dunque a nuove ipotesi sui diversi tassi di mortalità e infettività del Covid-19 e se questi indici possano in qualche modo dipendere dalle due diverse vie d’ingresso utilizzate dal virus.

Ciò potrebbe chiarire – osserva Ruocco – perché ci siano tanti casi asintomatici, ma questa è solo un’ipotesi che deve essere confermata, così come i risultati dello studio”.

Un secondo studio2, coordinato dal prof. Gian Gaetano Tartaglia dell'Iit di Genova, ha inoltre evidenziato come, a livello strutturale, le porzioni della proteina virale Spike che interagiscono con il recettore dell’acido sialico varino in modo significativo tra i diversi ceppi del virus, studiando inoltre il meccanismo di azione con cui il virus si replica una volta all’interno delle cellule. “Abbiamo così visto che oltre a servirsi di alcune proteine già note e in comune con altri virus – aggiunge Tartaglia – , ve ne sono altre specifiche. Di queste ultime, una decina sono condivise con il virus dell’Hiv”. In tal senso, il suggerimento che arriva dai ricercatori è quello di “provare a usare, tra gli antivirali sviluppati in questi anni per l’Hiv, i farmaci che agiscono in modo mirato su queste proteine. Anche in questo caso i dati dovranno essere confermati, e speriamo che questa nostra pubblicazione faccia da passa parola scientifico e ci faccia arrivare commenti utili per capire”.

[1] Milanetti M, Miotto M, Di Rienzo L, Monti M, Gosti G, Ruocco G. In-Silico evidence for two receptors based strategy of SARS-CoV-2. ArXiv: 2003.11107
[2] Vandelli A, Monti M, Milanetti M, Delli Ponti R, Tartaglia GG. Structural analysis of SARS-CoV-2 and prediction of the human interactome. ArXiv: 2003.13655

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