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In Italia il primo trapianto di mini cuore bionico in un giovane

A Padova, un paziente di 26 anni ha subito il primo trapianto di cuore bionico realizzato su misura per la gabbia toracica di giovani e donne.
A cura di Zeina Ayache
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Trapianto di mini cuore bionico
Trapianto di mini cuore bionico

Presso l'Azienda ospedaliera di Padova è stato effettuato il primo trapianto al mondo di un mini cuore bionico, su persona già trapiantata, le cui misure e peso sono state adattate per lo spazio disponibile nella gabbia toracica di giovani e donne. Protagonista di questa vicenda scientifica è un ragazzo di 26 anni che all'età di 15 anni aveva già subito un trapianto di cuore che, per qualche tempo, gli aveva permesso di condurre una vita normale.

Un anno fa purtroppo al ragazzo è stato diagnosticato un linfoma, che nei pazienti cardiotrapiantati è da considerarsi come una conseguenza delle terapia con farmaci immunosoppressori di cui hanno bisogno per evitare che l'organo stesso venga rigettato dal corpo. Dopo aver seguito la cura necessaria per ridurre il linfoma, il paziente non è riuscito a recuperare le normali funzionalità del cuore che, a quel punto, non poteva però essere sostituito. L'unica strada, spiega il professor Gino Gerosa, direttore di Cardiochirurgia dell'ospedale di Padova, “era il cuore artificiale totale per giovani che non era mai stato impiantato prima in Italia”.

Il 26enne è stato così sottoposto ad un intervento durato 11 ore che ha visto la collaborazione del dottor Cosimo Guglielmi, del dottor Vincenzo Tarzia e di una squadra di anestesisti ed infermieri di sala operatoria che, per la prima volta in Italia e per la prima volta al mondo su un giovane già trapiantato, hanno sostituito il cuore con un mini organo artificiale chiamato CardioWest 50 cc che pesa 200 grammi.

Si tratta di un dispositivo le cui dimensioni sono ridotte rispetto al CardioWest 70 cc già utilizzato in passato che non era adatto alla gabbia toracica di pazienti giovani e donne. Il CardioWest, spiega Gerosa, “è stato connesso con i grandi vasi sanguigni del torace del paziente e una consolle esterna (che ha autonomia di sei ore, con possibilità di ricarica da parte del paziente) gli fornisce l’aria capace di far muovere i diaframmi presenti all'interno del cuore artificiale, in grado di eiettare il sangue”.

Questo tipo di operazione, e questo cuore bionico che riesce a sostituire la normale funzionalità di un cuore “naturale”, non solo ha ridato nuova vita al giovane italiano, ma offre speranze a tutti coloro che, giovani e donne, in passato hanno dovuto rinunciare ad una soluzione ottimale come quella del CardioWest perché non fisicamente compatibili.

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