In Italia 1000 diagnosi di tumore ogni giorno
Sono i dati che descrivono una realtà ancora in evoluzione, quelli presentati dalla Associazione Nazionale di Oncologia Medica in occasione del convegno sullo “Stato dell’oncologia in Italia”.
Numeri che raccontano di un 2014 nel corso del quale ci sono state più di 365.000 diagnosi di tumore, il 54% delle quali interessa gli uomini contro il 46% delle donne. Tuttavia dalle stesse statistiche si può leggere che la mortalità risulta in calo, essendo diminuita del 20% dal 1996 ad oggi.
Tumori più frequenti
Attualmente si può dire che nel corso della vita un maschio su due e una femmina su tre si ammaleranno di cancro: sull’intera popolazione appare più comune tra le neoplasie quella del colon-retto, seguita da quella alla mammella, al polmone, alla prostata; quest’ultima rappresenta la forma di tumore più frequentemente diagnosticata tra gli uomini (20% sul totale delle diagnosi), mentre per le donne è il cancro alla mammella il più riscontrato (26%).
Le guarigioni aumentano
La buona notizia è che oggi vincere il cancro – almeno in riferimento a specifiche forme di tumore – è sempre più possibile: il 57% degli uomini e il 63% delle donne colpiti riesce a sconfiggere il male. Tra il 1992 e il 2007 le guarigione sono aumentate del 18% per gli uomini e del 10% per le donne. In particolare crescono le percentuali di sopravvivenza per tumori al seno, alla prostata, al colon retto: percentuali che collocano l’Italia tra i primi Paesi in Europa per le guarigioni.
L’importanza della prevenzione
Un aspetto problematico è quello degli esami, radiologici e strumentali, che nel 15% dei casi sono impropri. Le liste d’attesa troppo lunghe sono un altro noto problema della sanità a cui però risponde una scarsissima adesione ai programmi di screening, soprattutto a Sud; ed è noto come le possibilità di guarigione siano maggiori quando si ha a che fare con una diagnosi tempestiva. In generale, gli esperti pongono l’accento sulle differenze tra nord e sud in termini di accesso alle risorse: i percorsi terapeutici non sono uniformi nelle varie Regioni, il che comporta che risorse che dovrebbero essere impiegate nel miglioramento della salute pubblica finiscano sprecate troppo spesso. E su questo il nostro Paese ha ancora molta strada da fare.