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In Cecenia si mette al bando la stregoneria

Il Primo Ministro ha pubblicamente lanciato un appello, esortando alla dura repressione delle pratiche che hanno a che fare con il “mondo magico”.
A cura di Nadia Vitali
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Sembrerebbe una notizia d'altri tempi e, a dirla tutta, da un certo punto di vista lo è: per stregoni, mistici e guaritori tradizionali potrebbe non esserci più spazio in Cecenia dopo le recenti dichiarazioni "di guerra" nei confronti di tutto quel che è pertinente la sfera del "mondo esoterico" rilasciate dal Primo Ministro Ramzan Kadyrov. Il Governatore della regione montuosa del Caucaso ha infatti ordinato una stretta repressiva contro pratiche giudicate opera di "ciarlatani" che si arricchiscono beneficiando dell'ignoranza di quella parte della popolazione che ha fiducia nella magia.

Più che un annuncio, in verità, si è trattato di una vera e propria minaccia senza mezzi termini che, senza indugiare più del dovuto nel pessimismo, sembra lasciar intravedere lo spettro della "caccia alle streghe" tornare dall'oblio dei secoli: inevitabile se le parole di messa al bando contro riti e megere provengono da un uomo come Ramzan Kadyrov, appoggiato dal Presidente russo Vladimir Putin, e divenuto prima Vice primo Ministro alla morte del padre nel 2004 e che, nell'anno successivo, ha assunto la carica di Primo Ministro dopo la morte del precedente governatore in seguito ad un incidente automobilistico. Descritto come spietato, brutale e estremamente lontano dal concetto di democrazia, a capo di un esercito privato accusato da organizzazioni internazionali di stupri, violenze, omicidi e torture, è esso stesso additato come colpevole di numerosi reati.

Insomma, sembrano profilarsi tempi duri per quanti non rinunciano alle proprie antiche tradizioni che, secondo quanto sottolineato da Kadyrov, non essendo accettabili nell'ambito della religione islamica andranno punite con la linea dura. In realtà, per coloro i quali dovessero pensare che qualche idea "illuminata" anche se male espressa guidi questa iniziativa, va ricordato come Ramzan Kadyrov abbia fortemente incoraggiato e sollecitato l'istituzione di un centro per la medicina islamica nella capitale Grozny, dopo che gli  anni di repressione dei culti da parte delle autorità sovietiche avevano messo al bando, a loro volta, tutte le manifestazioni religiose perché legate a doppio filo ad istituzioni potenti, inconcepibili per uno stato totalitario.

Nel centro di medicina islamica, il più grande ospedale di questo tipo in tutta Europa, guaritori musulmani offrono sostegno ed aiuto soprattutto a pazienti in cerca di conforto dalle ferite, fisiche e psicologiche, provocate dalla guerra: attraverso la lettura di versi del Corano si cerca di cacciare dal corpo del malato ritenuto posseduto il Jinn, entità che, a grandi linee, può essere considerata il corrispettivo del nostro spirito, non umano ma neanche angelico. I pazienti sono tutti soddisfatti dei trattamenti; c'è dunque ragione di supporre che, forse, Kadyrov tema che le alternative magiche della tradizione popolare possano costituire una sorta di "concorrenza" tra culti.

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