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Covid 19

In ascensore rischi il contagio da coronavirus? Cosa dicono gli esperti

La risposta dei ricercatori che hanno studiato cosa accade durante un viaggio in ascensore a velocità, tempi di chiusura delle porte e sistemi di ventilazione dei comuni elevatori.
A cura di Valeria Aiello
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In questi giorni di fase 2, e in particolare dalla prossima settimana, quando sarà possibile incontrare gli amici e le attività ripartiranno nella quasi totalità, sono in tanti a porsi alcune domande, soprattutto chi vive o lavora in edifici a più piani. Le persone che prendono l’ascensore, per quanto possano evitare di utilizzarlo insieme ad altre, hanno un maggiore rischio di contrarre il coronavirus? O meglio, chi va su e giù, lo sta facendo in compagnia dei germi che gli altri si sono lasciati alle spalle? Secondo gli esperti, anche utilizzare l’ascensore da soli può essere pericoloso sebbene la probabilità di contagio sia più bassa di quando si viaggia con qualcuno, specie se l’altro non indossa la mascherina o tossisce, oppure parla o, per qualche motivo, è affannato.

In ascensore rischio il contagio da coronavirus?

A interrogarsi sulla qualità dell’aria negli spazi chiusi e in particolare in ambienti piccoli come l’ascensore è il prof. Richard L. Corsi, decano di ingegneria informatica presso la Portland State University, che ha messo a punto un modello con cui simula un viaggio in ascensore con velocità, tempi di chiusura delle porte e sistemi di ventilazione dei comuni elevatori. In questo modello, che utilizza principi di ingegneria e meccanica dei fluidi, un passeggero A infetto entra da solo in ascensore a piano terra e impiega 31 secondi per raggiungere il decimo piano di un edificio residenziale. Durante il viaggio, non indossa una mascherina, tossisce e parla al cellulare, espirando le goccioline di saliva che contengono il virus. Una parte di queste cade a terra, alcune colpiscono le pareti dell’ascensore e altre restano sospese nell’aria.

Una volta giunto al decimo piano, le porte si aprono per dieci secondi e il passeggero in uscita trascina con sé una parte d’aria, compresi i suoi germi, poiché le diverse pressioni tra interno e esterno dell’ascensore fanno mescolare l’aria, diluendo quella interna di circa la metà. Dopodiché le porte si richiudono e l’ascensore ritorna a piano terra, dove un passeggero B lo sta aspettando. Le porte si riaprono e, mentre il passeggero sale, il ricambio dell’aria è nuovamente della metà. Sulla base di questo modello, il passeggero B è quindi esposto a circa il 25% delle particelle virali che il passeggero A ha espirato durante il viaggio.

Il dott. Corsi ha spiegato che questa percentuale varia a seconda del tempo di aperture delle porte, del sistema di ventilazione e delle diverse pressioni presenti nell’edificio. In ogni caso, con un singolo colpo di tosse, una persona può rilasciare nell’aria da qualche migliaio fino a 300mila particelle ma gli specialisti non sanno ancora quante particelle virali determino l’infezione. Perciò, quando il New York Times ha chiesto al prof. Corsi se il passeggero B può contrarre il virus durante il suo viaggio in ascensore, la risposta del docente lascia la questione in parte sospesa. “L’intento principale del modello – dice il prof. – era quello di dimostrare che una certa quantità di virus può restare sospesa nell’aria dopo che una persona infetta ha preso l’ascensore. Non sappiamo se sarà abbastanza alta da comportare un rischio significativo ma, probabilmente, userei il più possibile le scale”.

Ascensore e indice di contagio

Molti esperti di malattie infettive ritengono che le particelle disperse nell’aria degli ascensori non rappresentino un rischio significativo quando si tratta di coronavirus. In particolare, il dott. Ilan Schwartz, assistente professore di Malattie infettive all’Università di Alberta, ha osservato che quando una persona con Covid-19 vive a stretto contatto con gli altri familiari, l’indice di contagio è compreso tra il 10 e il 20%. “Il coronavirus è molto meno contagioso di altri virus dispersi nell’aria, come il morbillo, per cui si stima un indice di infezione tra il 75 e il 90% – spiega Schwartz, puntualizzando che, nonostante le goccioline di Sars-CoV-2 possano rimanere disperse nell’aria degli ascensori per un certo periodo di tempo, la principale modalità di trasmissione avviene attraverso la stretta esposizione a una persona infetta che tossisce o espira goccioline in presenza di altre persone. “Sappiamo – aggiunge – che ci sono alcune piccole particelle che probabilmente rimarranno nell’aria, ma l’epidemiologia non supporta questa modalità di trasmissione non essendo la più importante. Il rischio di trovarsi in un ascensore sarebbe eventualmente più legato al contatto con i pulsanti che all’aria espirata da chi lo ha utilizzato in precedenza”.

Di certo, per chi usa l’ascensore, un consiglio è certamente quello di prendere delle precauzioni legate al buon senso. Per cui, quando possibile, evitare di utilizzarlo insieme a un’altra persona e indossare sempre una mascherina, anche quando si è da soli. Evitare di toccarsi il viso dopo aver toccato i pulsanti e lavarsi le mani dopo averli toccati. Se non è possibile prenderlo da soli e, ad esempio, si è in due ad aspettarlo, non entrare nell’ascensore a meno che non si abbia entrambi la mascherina.

Dipende molto anche dall’ascensore – ritiene la dott.ssa Linsey Marr, la ricercatrice della Virginia Tech che ha studiato come il Sars-Cov-2 e altri patogeni presenti nell’aria siano trasportati nell’aria – .  La presenza di Rna virale indica che il virus c’è ma non ci dice se il virus è contagioso. Se rilevassimo 100 copie di RNA virale, sapremo della sussistenza di un virus infettivo ma non sappiamo quante copie bastano a farci ammalare, probabilmente più di una. Il rischio è basso ma, personalmente, in ascensore indosserei una mascherina”.

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