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In arrivo dal Canale di Suez una specie di medusa molto pericolosa

Le modifiche apportate al Canale di Suez permetteranno ad una specie di medusa molto pericolosa di raggiungere i nostri mari.
A cura di Zeina Ayache
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Dal canale di Suez in arrivo una medusa pericolosa
Dal canale di Suez in arrivo una medusa pericolosa

Il canale di Suez, costruito artificialmente per permettere la navigazione dal Mediterraneo all'Oceano Indiano senza dover circumnavigare l'Africa, avrà presto 72 chilometri di acqua navigabile in più che, secondo le ultime stime, porteranno nelle casse egiziane 132 miliardi di dollari annui entro il 2023, praticamente il triplo rispetto ai 5,3 miliardi di dollari annui attuali. Attraverso le acque di questo canale, ogni giorno non passeranno però soltanto le 97 imbarcazioni previste, ma anche alcune specie animali marine che, fino a questo momento, non erano mai riuscite a raggiungere le nostre coste.

Tra queste compare una medusa che sta già facendo preoccupare più di 500 scienziati di 40 Paesi che, in una lettera aperta (che non ha mai avuto risposta) alle autorità egiziane hanno chiesto una valutazione dell'impatto ambientale che un'opera simile avrebbe comportato. Questo animale planctonico si chiama Rhopilema nomadica ed è una specie di medusa apparsa negli anni '70 sulle coste israeliane dove ha creato non pochi problemi al turismo.

Non è infatti paragonabile alle meduse che facilmente possiamo trovare sulle nostre coste poiché il diametro dell'esombrella può raggiungere i 60 cm e il peso totale può arrivare a 10 kg. Un vero e proprio “mostro marino” molto urticante e pericoloso sia per noi che per le specie ittiche dei nostri mari. L'impatto che potrebbe avere sul nostro ecosistema è dunque preoccupante, come spiega il commissario europeo all'ambiente, Karmenu Vella, infatti “La Commissione europea è ben consapevole dei potenziali impatti che l'allargamento del Canale di Suez potrebbe avere come via di accesso per le specie aliene invasive nel Mediterraneo” e per questo si è pensato ad una lettera aperta alle autorità egiziane che però sembrano essere più interessate agli introiti nazionali. Non ci resta che attendere per scoprire cosa ne sarà dei nostri pesci e dei bagnanti che ogni anno nuotano lungo le coste italiane.

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