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Impatti a lungo termine di Covid, anche perdita dei capelli e nebbia mentale in metà dei guariti

Lo rileva uno studio australiano che ha indagato sui sintomi di Long Covid: “Quasi tre su quattro continuano a soffrire per mesi dei postumi della malattia”.
A cura di Valeria Aiello
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Un nuovo studio australiano, che ha indagato sull’impatto a lungo termine di Covid-19, ha rilevato che quasi tre pazienti su quattro continuano a soffrire per mesi dei postumi della malattia, noti anche come sintomi di Long Covid, una serie di condizioni che possono persistere nel tempo e compromettere il ritorno alla normale attività quotidiana.

I dati dello studio, pubblicati sul National Journal of General Practice, mostrano quali sono stati gli esiti della malattia in 59 pazienti contagiati durante la prima ondata di coronavirus, monitorati dai ricercatori del distretto sanitario di llawarra Shoalhaven, nel Nuovo Galles del Sud, che hanno valutato le loro condizioni di salute fisica e mentale nei mesi successivi al recupero dalla malattia. I risultati indicano che 73% dei pazienti è risultato sintomatico a quattro mesi e mezzo dalla prima diagnosi di Covid.

I sintomi più comuni erano affaticamento, dolore muscoloscheletrico, debolezza degli arti, perdita di appetito e mancanza di respiro” ha spiegato il medico e ricercatore principale, il dottor Stuart Tan – . I nostri pazienti hanno mostrato anche un livello più alto di depressione, ansia e stress rispetto alla norma australiana. Questo indica che c’erano anche molti problemi psicologici”.

Secondo lo studio, il 47% dei pazienti ha riferito di avere sintomi insoliti come perdita di capelli, visione offuscata e annebbiamento mentale, mentre il 45% dei partecipanti non è stato in grado di svolgere le proprie normali attività pre-Covid. “Alcune persone che praticavano molti sport non possono più farlo, quindi c’è stato un cambiamento drammatico nella loro vita” ha detto il dottor Tan.

Anche un altro recente studio, che ha esaminato i pazienti Covid trattati in terapia intensiva, ha rilevato che più del 70% degli intervistati ha continuato a soffrire di sintomi persistenti a sei mesi dal ricovero in ospedale. “Essendo un'infezione così nuova, molti medici di base non sanno ancora cosa fare con questi pazienti – ha osservato Tan – . Penso che questa informazione sia molto importante per i medici che si troveranno davanti a questo tipo di problemi”.

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